Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
25 Aprile - 01 Maggio 2021
Tempo di Pasqua IV, Colore bianco
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Martedì 27 aprile 2021

Io e il Padre siamo una cosa sola.

Gesù è il Messia: non lo ha ancora compreso chi non appartiene a lui, perché magari privo della disponibilità della fede. La domanda preoccupata: "tu chi sei?" è quella che il mondo attuale sèguita a rivolgere a lui. La risposta di Gesù è piena di evidenza e di naturalezza: non dottrine elaborate, ma l'evidenza delle opere sue e una immagine umile e familiare. Gesù non è un dio strano e stravagante: è la realtà dell'amore di Dio Padre iscritta nel contesto della nostra vita umana. I cristiani di oggi si trovano spesso in situazione di diàspora: non sanno a quale chiesa o diocesi, o parrocchia appartengono. È una situazione propria alla seminagione fra i pagani di oggi, i fratelli lontani. Viviamo in un mondo difficile ma dovremmo cercare sempre più ciò che il satana, tramite la pandemia, ci ha portato via, e partendo proprio dalla nostra appartenenza alla chiesa locale cui è più vicino "stare", con sicurezza, piantato, fondato sulla chiesa apostolica. Per la prima volta ad Antiochia i discepoli sono chiamati "cristiani": una denominazione che è insieme una qualifica e un programma di vita, perché cristiano significa: di Cristo!


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un giorno abba Isacco il Tebano si recò in un monastero e, vedendo un fratello peccare, lo condannò. Partito per il deserto, gli si fece innanzi un angelo del Signore che si fermò davanti alla porta della sua cella e gli disse: "Non ti lascio entrare". Quello lo pregava: "Ma perché mai?". L'angelo gli rispose: "Mi ha inviato Dio dicendo: 'Digli: Dove ordini che io getti il fratello che è caduto e che tu hai giudicato?"'. Subito l'anziano si pentì e disse: "Ho peccato, perdonami". E l'angelo disse: "Alzati, Dio ti ha perdonato. Guardati d'ora in poi dal giudicare qualcuno, prima che l'abbia giudicato Dio".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUELLI CHE SBAGLIANO IN CORO

Se qualcuno nel recitare salmo, responsorio, antifona o lettura commette uno sbaglio e non si umilia subito lì davanti a tutti con una pubblica soddisfazione, sia sottoposto a più grave castigo, perché non ha voluto riparare con un atto d'umiltà l'errore dovuto alla sua negligenza. I fanciulli invece, per mancanze di questo genere, siano battuti.

Cap.45,1-3.