Mai come in questo tempo e in questi giorni sentiamo il fascino irresistibile del canto di Maria: lo ripete Lei, inondata di gioia e piena di Spirito Santo, prossima alla maternità, consapevole ormai di essere la Madre del Signore. Lo ripete la Chiesa, nostra madre, che celebra il Natale; lo ripete ogni fedele, facendolo diventare l'inno perenne della gratitudine a Dio, l'inno della salvezza, l'inno della Mamma e dei suoi figli, l'inno del Cielo che canta con noi l'opera della salvezza. Viviamo tempi irrepetibili di grazia per noi, gli eventi premono con forza sulla nostra vita, sulla nostra storia: dobbiamo smettere il lutto e far cessare il pianto sconsolato perché Dio ci dona ancora la gioia e la tenerezza di una Madre, ci vuol far rinascere in lei ad una vita nuova. E' un'occasione da non perdere perché ci è dato finalmente, nonostante ogni avversità mondana, di poter essere diversi e nuovi, come Dio ci vuole!
Il padre disse: "Non giudicare il fornicatore se sei continente perché tu trasgredisci altrettanto la legge. Infatti colui che ha detto: non fornicare, ha detto anche: non giudicare".
I FRATELLI MANDATI IN VIAGGIO I fratelli che devono essere mandati in viaggio si raccomandino alle preghiere di tutti i monaci e dell'abate; e all'ultima orazione dell'Ufficio divino si faccia sempre memoria di tutti gli assenti. I fratelli che rientrano da un viaggio, il giorno stesso del loro ritorno, a tutte le Ore canoniche, mentre sta per terminare l'Opus Dei, si prostrino a terra nell'oratorio, e chiedano la preghiera di tutti, per le mancanze che possono aver commesse eventualmente in viaggio col vedere o ascoltare cose non buone o col trattenersi in discorsi oziosi.