Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
30 Agosto - 05 Settembre 2020
Tempo Ordinario XXII, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Giovedì 03 settembre 2020

La voce dalla barca.

Gesù sale sulla barca di Pietro. Si scosta un po' dalla riva e, in una specie di anfiteatro naturale, imparte alla folla gli insegnamenti. Quella barca ci insegnano i Padri, è la nostra Chiesa, madre e maestra. Quella barca si è avventurata talvolta nella notte dei tempi, ha gettato le reti, ma ha lavorato invano. Gesù non era presente e la fecondità non esiste senza di Lui che è la fonte inesauribile della vera vita. Quando poi la sua presenza è garantita e risuona l'invito di scostarsi dalla riva, di prendere il largo negli spazi infiniti di Dio, alla luce della fede, la pesca diventa abbondantissima, miracolosa. Le barche si riempiono, non solo quella di Pietro ch'è ricolma di grossi pesci. Egli (Pietro) nella sua umana debolezza si accorge finalmente del suo peccato di presunzione, quando ha pescato al buio, nella notte, senza la Luce, senza Cristo. Ora si apre per lui e per i suoi compagni un mare più vasto ed una pesca diversa. Dovranno diventare pescatori di uomini da prendere nella rete del Regno. Quella voce dalla barca di Pietro è ancora oggi la guida della Chiesa. Il romano Pontefice ha lanciato i suoi accorati e luminosi appelli a tutto il mondo. Ha varcato i confini della Chiesa sollecitando altre barche a raccoglierne i frutti. Ha tracciato i solchi profondi per una vera collaborazione tra i credenti di ogni fede ed ha insegnato come realizzare la solidarietà tra i popoli della terra. Ancora, instancabile del lungo percorso, ci appare come Cristo anche sulla via del Calvario. Seguiamo la sua voce, come quella di Cristo. E' lui il suo Vicario sulla terra.


Nell'Ordine Benedettino:
San Gregorio Magno, papa e dottore della chiesa, Festa
(Formulario e letture proprie
Ez 34,11-16; Ps 22; Io 10,11-16).

IL BUON PASTORE.

I Santi sono i migliori imitatori di Cristo. La loro santità, frutto della grazia divina e della umana fedeltà, ci offre una lettura attualizzata del vangelo. L'immagine evangelica del buon pastore, che lascia al sicuro le novantanove pecore, per mettersi alla ricerca di quella smarrita, è la migliore sintesi della vita del grande Gregorio, prima monaco, poi Vescovo e Papa. Egli compie un passaggio dalla testimonianza silenziosa del Monastero ai grandi impegni nella Chiesa. Mai però smette la sua veste di pastore e di fedele testimone di Cristo, anche quando gli impegni missionari lo condurranno lontano dal suo primitivo ideale monastico. La fedeltà diventa il suo costante programma di vita. La sapienza attinta dall'assidua lettura della Parola di Dio e dalla preghiera lo fanno splendere come luce nella Chiesa. Ha insegnato al popolo cristiano a "pregare nella bellezza" e ha affidato ai monaci il canto delle lodi di Dio nel modo che conserva ancora il suo nome: il canto gregoriano. Ecco come concretamente il pastore conduce ai pascoli erbosi il suo gregge. Ecco come i santi solcano la storia e la impregnano di sacro, rifulgono così come astri nel firmamento del cielo e seguitano a svolgere il loro compito e la loro missione nella chiesa come modelli di vita e intercessori nostri presso Dio. Si garantiscono così non solo il premio in cielo, ma anche la dovuta lode e l'immortalità tra il popolo dei credenti. Noi, ancora pellegrini sulla terra, ne subiamo salutarmene il fascino, la voglia di imitarli e di raggiungerli nella stessa meta. A noi monaci ci ha lasciato nei suoi Diàloghi le opere mirabili del nostro Padre San Benedetto, alla Chiesa ha lasciato scritti pieni di sapienza che ancora edificano i lettori di oggi.

Apoftegmi - Detti dei Padri

La lotta della preghiera.

«I fratelli chiesero al padre Agatone: "Padre, nella vita spirituale quale virtù richiede maggior fatica?". Dice loro: "Perdonatemi, ma penso che non vi sia fatica così grande come pregare Dio. Infatti, quando l'uomo vuole pregare, i nemici cercano di impedirlo, ben sapendo che da nulla sono così ostacolati come dalla preghiera. Qualsiasi opera l'uomo intraprenda, se persevera in essa, possederà la quiete. La preghiera invece richiede lotta fino all'ultimo respiro"».

Agatone

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE NEI GIORNI FERIALI

Nei giorni feriali le Lodi mattutine si celebrino in questo modo: si dica il salmo 66 senza antifona, rallentando un po' come la domenica, in modo che tutti si trovino presenti al salmo 50 da dirsi con l'antifona. A questo seguiranno altri due salmi secondo la consuetudine e cioè: al lunedì, i salmi 5 e 35; 5al martedì, il 42 e il 56; 6al mercoledì, il 63 e il 64; 7al giovedì, l'87 e l'89; al venerdì, il 75 e il 91; al sabato, il salmo 142 e il cantico del Deuteronomio diviso in due Gloria. 10Negli altri giorni il cantico dei Profeti si dica ciascuno al giorno suo, secondo l'uso della Chiesa Romana. Seguano quindi le laudes (i salmi 148-149-150), una lettura dell'Apostolo da recitarsi a memoria, il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania; e così si termini.

Cap.13,1-11.