Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
05 - 11 Luglio 2020
Tempo Ordinario XIV, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Venerdì 10 luglio 2020

Invito al ritorno a Dio e persecuzioni.

Sembra che Osea voglia entrare nei sentimenti di quanti, anche oggi ci presentiamo al confessore, per ottenere il perdono dei propri peccati. E' necessario un esame di coscienza per capire dove e quando abbiamo mancato nelle relazioni con il Signore, con il prossimo e con noi stessi. "Preparate le parole da dire e tornate al Signore". Noi però ben sappiamo che non basta riconoscere il peccato commesso, ma occorre il pentimento che è grande dono di Dio. Per cui il profeta ci fa dire rivolti a Lui: "Togli ogni iniquità: accetta ciò che è bene...". La nostra confessione molte volte è parziale non tanto per volontà quanto per impossibilità. Chi può ricordare tutti i propri peccati dopo settimane, mesi e anni dall'ultima confessione? Allora in questa incapacità di ricordare e confessare tutte le colpe, chiediamo al Signore, Lui che conosce le profondità del nostro cuore, di perdonare tutte le nostre colpe, quelle confessate e quelle dimenticate. I frutti del perdono di Dio sono descritti dal profeta in benefici materiali, in una visione di vita tranquilla con tutto lo splendore della natura che rallegra il cuore dell'uomo. Sono anche i frutti di una confessione fatta bene: Quanta pace diffonde nel cuore la certezza del perdono ottenuto e la riacquistata tranquillità di coscienza! Quando si vive in questo stato di serenità, con Dio nel cuore si ha anche il coraggio di andare incontro a persecuzioni, a privazioni e perfino alla morte. Il vangelo ci avverte che spesso non sono solo i nemici a condurci dinanzi ai tribunali, ma anche parenti e familiari. Senza dubbio il cuore sanguina... ma dallo Spirito Santo viene una forza che fa superare tutti i sentimenti umani, anche quelli più sacri, per rendere testimonianza alla verità, perché "non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi". Confortati e sostenuti da questo Spirito, giustamente Paolo, che poteva gridare: "Nulla potrà separarci dall'amore di Dio!", lo facciamo anche noi.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un monastero si era ridotto in tutto all'abate e a quattro monaci, già anziani. L'abate, disperato, pensò di chiedere consiglio a un saggio rabbino suo amico. «Vi posso solo dire - rispose costui - che il Messia è tra voi». I monaci, udito questo, cominciarono a trattarsi l'un l'altro con straordinario rispetto e venerazione, poiché c'era la possibilità che sotto l'apparenza di uno di essi si nascondesse il Messia. La fama di quello straordinario amore fraterno si diffuse e alcuni visitatori cominciarono ad arrivare al monastero, curiosi di vedere quel luogo privilegiato. Poi ne arrivarono altri. Dopo qualche tempo, uno di loro chiese di entrare nell'Ordine. A questo seguirono altri, sempre più numerosi. In pochi anni, il monastero diventò un meraviglioso centro di amore fraterno e un focolare di nuove vocazioni...


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO

Dobbiamo dunque costituire una scuola del servizio del Signore; e nell'organizzarla noi speriamo di non stabilire nulla di penoso né di pesante. Se tuttavia, per giuste ragioni, si dovrà introdurre anche qualcosa un pochino più dura per correggere i vizi e conservare la carità, tu non lasciarti subito prendere dallo spavento, così da abbandonare la via della salvezza, la quale all'inizio non può essere che stretta. Ma col progredire nella vita monastica e nella fede, il cuore si dilata e si corre nella via dei comandamenti di Dio (cf. Sal 118,32) con una dolcezza d'amore inesprimibile. Cosicché, non allontanandoci mai dal suo magistero e perseverando nel suo insegnamento in monastero fino alla morte, possiamo partecipare mediante la pazienza alle sofferenze di Cristo, per meritare di condividere anche il suo regno.

Prol.45-50.