Il passaggio del dono della profezia da Elia ad Eliseo potrebbe suggerirci una riflessione sull'avvicendamento del servizio nella Chiesa e nella famiglia, come anche nella vita pubblica. Elia è stanco. Fugge nel deserto dal furore di Gezabele e qui incontra il Signore che lo rimanda indietro a cercarsi un sostituto. La scelta cade su Eliseo intento ad arare. Lascia i buoi e tutto il personale di aiuto per mettersi a servizio di Elia. Che cosa chiede Eliseo al suo maestro? Un terzo del suo spirito. Gli sarà concesso se lo vedrà quando sarà rapito verso i cielo... Gli viene concesso di vederlo e riceve spirito di Elia. Incomincia la sua missione operando prodigi come il suo maestro. Ogni autorità viene da Dio. Va esercitata in spirito di servizio a vantaggio di tutta la comunità e non come un bene personale o familiare. Con questo spirito il passaggio di potere e di guida dovrebbe avvenire senza traumi per nessuno. Anzi, il nuovo responsabile trarrà profitto dall'esperienza di chi l'ha preceduto, senza distruggere quanto è stato costruito. L'esperienza ci insegna che non è sempre così... Strascichi di amarezza, di divisioni, di recriminazioni... che non edificano la comunità. Forse è mancata la prudenza in chi subentra e l'umiltà in chi lascia... La continuazione dello spirito di profezia tra i suoi profeti, nella serenità degli animi, sia di esempio a quanti sono interessati nell'avvicendamento della direzione nelle diocesi, nelle comunità religiose, nelle comunità ecclesiali... nelle famiglie... e anche nella guida della nazione. In questo senso anche il vangelo ci richiama alla rettitudine nell'operare il bene. La retta intenzione può essere deviata e viziata non solo nel fare l'elemosina, nella preghiera o nel digiuno, ma anche nell'esercitare il ruolo di guida e di servizio. Nella vita ecclesiale, come in quella civile e familiare, chi ha il compito di guida deve mettersi in maggiore ascolto della Parola di Dio, per non tradire la missione affidatagli. Non quindi rivendicazioni o inopportuna affermazione della propria personalità, ma esigenza di umile ascolto della voce di Dio e di quella dei fratelli, per un servizio vantaggioso per tutti.
Disse il padre Elia, il diacono: "che cosa può il peccato dove vi è il pentimento? A che giova l'amore dove c'è orgoglio?".
IL PRIORE DEL MONASTERO Da qui derivano invidie, contese, maldicenze, rivalità, dissensi, disordini; e mentre l'abate e il priore sono in disaccordo, è inevitabile che le loro anime si trovino in pericolo a causa di questo dissidio, e che i loro sudditi, parteggiando per l'uno o per l'altro, vadano in perdizione. La responsabilità di un simile rischio ricade anzitutto su coloro che hanno provocato un tale disordine.