Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
17 - 23 Maggio 2020
Tempo di Pasqua VI, Colore bianco
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Domenica 17 maggio 2020

Non vi lascerò orfani.

Per consolare i discepoli, rattristati dalla sua dipartita ormai imminente, Gesù fa queste promesse che realizzerà con la sua morte e risurrezione: lo Spirito Santo verrà ad abitare per sempre nei discepoli, egli stesso ritornerà da loro, e ancora lui e il Padre verranno in chi ama Gesù e prenderanno dimora presso di lui. Il brano è impostato in forma trinitaria secondo la Chiesa orientale, per cui lo Spirito Santo è dato dal Padre su richiesta del Figlio, e, al pari dello Spirito Santo, anche il Padre e il Figlio verranno ad abitare nel credente. "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre". Noi siamo rassicurati e sostenuti da questa grande intercessione: è lo stesso Figlio di Dio che invoca il Padre, coi meriti della propria umanità, e in modo particolare con il perenne sacrificio pasquale, che ottiene tutto. Gesù promette lo Spirito alla vigilia della sua morte: allora egli scomparirà, ma soltanto per il mondo che non crede. I discepoli invece lo vedranno per la condivisione della vita di Gesù Risorto. Senza questa relazione non si "vede" il Signore. La Chiesa è la comunità dove vive il Signore, che in virtù dello Spirito trasmette la vita. Gesù definisce in questo contesto lo Spirito Santo con un'altra definizione: "Spirito di verità". La verità nel quarto Vangelo si identifica con la rivelazione di Cristo stesso, con il suo Vangelo. Lo Spirito allora ha la missione di illuminarci sulla parola rivelata, ha il compito di "guidarci alla verità tutta intera, perché egli prenderà del mio e ve lo annunzierà". E' lo Spirito che ci conduce nel mondo infinito della verità divina, svelandoci sempre più altra luce. "Chi mi ama, anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui". Non siamo noi a scoprire Gesù: riconoscerlo è un dono che egli concede a chi si pone nel suo amore. Questo spiega le tante percezioni di Cristo, la saggezza che troviamo in tanta gente semplice, insieme ad una vita condotta a volte serenamente pur in mezzo a difficoltà di ogni genere. "Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi".


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello andò da un eremita e uscendo dalla sua cella disse: Perdonami, o padre, perché ti ho impedito di adempiere alla tua regola. Quello rispose dicendogli: La mia regola è di accoglierti in modo ospitale e di farti andare in pace.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

VESTI E CALZATURE DEI FRATELLI

Ai fratelli si diano vesti secondo le condizioni e il clima dei luoghi dove risiedono, perché nelle regioni fredde si ha bisogno di più, in quelle calde di meno. Giudicare di questo spetta all'abate. Comunque noi pensiamo che nelle regioni a clima temperato siano sufficienti a ciascun monaco la tunica, la cocolla, una di pelo per l'inverno e una di stoffa liscia o consumata per l'estate e lo scapolare per il lavoro; le calze e le scarpe per i piedi. Quanto poi al colore o alla qualità degli indumenti, i monaci non vi facciano troppo caso, ma si accontentino di ciò che si trova nel territorio dove abitano o di quel che si può acquistare a minor prezzo. L'abate però si preoccupi della misura delle vesti, che non siano troppo corte per chi le deve indossare, ma di taglia giusta.

Cap.55,1-8.