Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
01 - 07 Settembre 2019
Tempo Ordinario XXII, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno I, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Lunedì 02 settembre 2019

Nessun profeta è bene accetto in patria.

Nel Vangelo di San Luca la missione pubblica di Gesù comincia, con la potenza dello Spirito Santo, subito dopo le tentazioni. Non a caso, Gesù stesso sceglie la città di Nàzareth come inizio, l'annuncio, la venuta del nuovo Regno messianico. A Nàzareth è stato allevato con amore e cura nella Santa Famiglia; una vita trascorsa nel nascondimento e nell'umiltà del servizio pronto e generoso. Proprio a Nazareth, il Figlio di Dio vuole sùbito provocare una reazione per costringere tutti a domandarsi chi veramente Egli sia. È il Messia della Misericordia, dell'annuncio del Nuovo Regno di pace. In questa scelta di Gesù, però scopriamo la vera essenza di questo regno Messianico. L'incarnazione ci mostra la proposta di Dio; proprio attraverso il passaggio con l'umanità di Cristo si realizza il Regno Messianico. Possiamo aggiungere che con la vita umile e di obbedienza del nascondimento di Cristo nella casa di Nazareth ci sono mostrate le virtù capaci di realizzare questo disegno divino. A Nazareth, nella sua casa, vi è la vera palestra dove Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. La Missione e l'annuncio del Regno è nel segno dell'obbedienza al Padre; obbedienza che Gesù aveva già annunciato con l'obbedienza a Giuseppe, padre terreno della Santa Famiglia. Le armi della preghiera, umiltà, sacrificio sono nella dotazione della palestra che Gesù ha sperimentato nei trenta anni di vita di nascondimento. Lo scandalo è proprio questo; non sono le armi che ci si aspettava per chi doveva inaugurare il regno come potenza umana e non irrompere del Regno di Misericordia. Impariamo da Gesù a fortificarci nelle vere virtù perché in Lui si realizzi la pienezza del Regno!


Apoftegmi - Detti dei Padri

«La cella del monaco è la fornace di Babilonia, dove i tre fanciulli trovarono il Figlio di Dio; e la colonna di nube, da cui Dio parlò a Mosè».
La cella è il sinonimo della preghiera, perché è il luogo dove, nel segreto e nella verità, ci collochiamo davanti al Padre. E quando la preghiera è luce e fuoco, allora la cella diventa una fornace ardente e il luogo dove si manifesta la nube luminosa.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE

La domenica alle Lodi mattutine si dica prima il salmo 66, senza antifona, di seguito;poi il salmo 50, cantato con l'Alleluia; dopo di esso il 117 e il 62; quindi il cantico Benedicite (Dn 3,57-88) e le laudes (i salmi 148-149-150), una lettura dell'Apocalisse a memoria, il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania; e così si termini.

Cap.12,1.4.