Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
19 - 25 Maggio 2019
Tempo di Pasqua V, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Sabato 25 maggio 2019

Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti dal mondo...

Gesù parla ancora ai suoi apostoli. Siamo sempre nel Cenacolo, la sera che precede il suo arresto. Il momento è difficile e Gesù si rivolge direttamente agli apostoli. Ricorda loro la chiamata e quindi il motivo della loro presenza accanto a Lui in questo momento. Gesù ha scelto loro e non loro Gesù. È un messaggio preciso in questo preciso momento. Nel Cenacolo si stanno compiendo i voleri del Padre. Non si stanno realizzando i desideri umani degli apostoli. Gesù chiama per realizzare i suoi piani, non perché si compissero le aspettative politiche del popolo di Israele. La chiamata è quindi cambiamento di vita; significa conversione completa a Gesù e cambiamento della direzione della propria vita. È una scelta che divide i piani umani da quelli divini. L'odio che gli apostoli si attireranno nasce proprio da questa differenza. La non accettazione del piano di amore di Gesù significa proprio la nascita di nuovo odio. Leggiamo per la nostra vita un qualcosa di più. La chiamata di Gesù è scelta di Dio. È un dono che rende preziosa la vita. È elezione nel senso più puro della Parola. La qualità identifica la chiamata divina. Qualità di amore e donazione completa. Ciò può essere realizzato in tutti i nostri stati di vita. È un impegno che è preziosità dell'amore.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Hor disse al suo discepolo: Bada di non portare mai in questa cella le parole di un altro.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI

Allora se, dopo matura riflessione, promette di osservare tutto e di obbedire a ogni comando che riceverà, sia accolto nella comunità, ben sapendo che anche l'autorità della Regola stabilisce che da quel momento non gli è più lecito uscire dal monastero, né scuotere il collo dal giogo della Regola che in sì lungo periodo di riflessione era libero di rifiutare o di accettare.

Cap.58,14-16.