E' uno dei racconti più belli quello che la liturgia di oggi ci presenta. L'evangelista Luca descrive il passaggio dalla tristezza degli sfiduciati alla gioia di chi ha trovato il Messia: quel passaggio, con la risurrezione del Signore, si compie non solo nei discepoli di Èmmaus, ma in tutti noi credenti. I due discepoli arrivano gradualmente a riconoscere Gesù, passando così dalla tristezza all'entusiasmo; lo riconoscono come profeta, potente nelle opere e nelle parole, davanti a Dio e a tutto il popolo. L'hanno sognato come colui “che avrebbe liberato Israele”. Ma si sono smarriti nella loro fede, a causa della croce. Un Salvatore crocifisso è per loro qualcosa di inconcepibile. Nel racconto di Luca si sente anche il clima delle riunioni fraterne, in cui i primi cristiani leggevano la Scrittura alla luce di Cristo risorto e poi “spezzavano il pane”, cioè celebravano l'eucaristia. I due discepoli sono guidati da Gesù a rileggere la Scrittura e a trovarvi che la passione sopportata dal Signore, per entrare nella gloria, non è stata un incidente imprevisto e contrario al disegno di Dio, ma ne è stata il compimento. Quindi fa capire loro il valore della sofferenza nel grande piano salvifico di Dio. La passione e la croce dell'Unto di Dio corrisponde al piano misterioso di Dio. Infine, osserviamo poi che Gesù è riconosciuto alla frazione del pane, all'eucaristia: là è avvertita la sua presenza reale e la sua compagnìa, e l'unione a Gesù fa battere il cuore. Senza Gesù, i cuori rimangono ghiacci e spenti. Andiamo a lui...
Un guerriero dal passato piuttosto torbido chiese ad un anacoreta se pensava che Dio avrebbe mai potuto accogliere il suo pentimento. E l'eremita, esortato che l'ebbe con molti discorsi, gli domandò: «Dimmi, ti prego, se la tua camicia è lacerata, la butti via?...» «No», rispose l'altro: «la ricucio e torno ad indossarla.» «Dunque», soggiunge il monaco, «se tu hai riguardo al tuo vestito di panno, vuoi che Dio non abbia misericordia per la sua immagine?»
QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSA E nessuno ardisca prendere alcunché di cibo o di bevanda prima o dopo l'ora stabilita. Se però il superiore offre qualcosa a un fratello e questi la rifiuta, quando poi desidera ciò che prima ha rifiutato o altro, non riceva assolutamente nulla, finché non si sia sufficientemente emendato.