Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
21 - 27 Aprile 2019
Tempo di Pasqua I, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Lunedì 22 aprile 2019

La pasqua che continua.

Le donne, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. È l’essenza dell’annuncio di Pasqua che riassume la missione perenne della Chiesa: con gioia grande e con il dovuto timore, tutti possiamo finalmente lasciare il nostro sepolcro, uscire dai sepolcri del nostro peccato, smettere il lutto e le paure, indossare l’abito della gioia, essere certi nella fede di aspirare alla risurrezione nostra e dell’umanità intera. Gesù risorto ci esorta: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli”, diventate cioè annunciatori e testimoni coraggiosi della sua e nostra risurrezione, fino agli estremi confini della terra. Infatti la missione inizialmente affidata alle pie donne, diventerà il mandato assegnato agli apostoli, ai loro successori e a tutta Chiesa: “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura”. È e sarà un compito che si svolgerà perennemente con le due caratteristiche del timore, del sacrificio e della gioia; sarà la continuazione dell’”opera” del divino redentore, che quindi sempre racchiude passione, morte e la finale certa risurrezione. “Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi!”. San Pietro, superata la prova, rinfrancato e illuminato dallo Spirito, alza coraggiosamente la voce e comincia ad annunciare la pasqua: «Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole: Gesù di Nazareth, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni». La morte sia stata sconfitta per sempre, è una verità che noi cristiani in qualche modo lo crediamo, dopo secoli di storia però ancora non incide nella vita del mondo e della nostra umanità: siamo capaci di ignorare, dimenticare e nascondere il messaggio fondamentale che Dio ci ha donato con il rischio di ripiombare nei sepolcri del male. Scriviamo, incidiamo nel profondo della nostra anima il messaggio di Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.
Credi, tu, questo?


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello domandò a un anziano: «Che devo fare, Abba, per combattere i pensieri?». Egli rispose: «Prega il Signore, affinché gli occhi della tua anima vedano gli aiuti che Dio ti manda per proteggerti.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

Capitolo 43
QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSA

Abbiamo creduto opportuno che questi tali rimangano all'ultimo posto o in disparte perché, vedendosi esposti allo sguardo di tutti, si correggano se non altro per la vergogna che ne provano. Infatti, se restassero fuori dell'oratorio, potrebbe darsi che qualcuno torni a coricarsi e a dormire oppure si metta seduto lì fuori e si perda in chiacchiere, dando così occasione al maligno; entri invece dentro, affinché per lo meno non perda tutto e si corregga per l'avvenire. Nelle Ore del giorno, chi non sarà ancora presente all'Opus Dei dopo il versetto e il Gloria del primo salmo che segue il versetto, se ne stia all'ultimo posto secondo la norma stabilita sopra, e non ardisca associarsi al coro dei fratelli che salmeggiano prima di aver fatto la penitenza, a meno che l'abate non glielo permetta per sua concessione; ma anche in tal caso il colpevole deve fare la penitenza.

Cap.43,7-12.