La festa dell'Immacolata Concezione, così popolare, è legata alla storia del primo peccato dell'uomo, al Peccato originale. La fede trova in esso la causa del male che affligge l'umanità in tutte le sue più svariate forme. Ma la fede ci fa anche vedere la speranza certa di liberazione e salvezza, contenuta nelle stesse parole di condanna del peccato e del suo istigatore, il nemico dell'uomo: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15). La Donna, eletta fin dall'eternità ad essere la Madre di Colui che schiaccerà il capo del nemico dell'uomo non sarà contaminata dal suo veleno, ma sarà la tutta Pura, la nuova Eva e madre dei nuovi Viventi, eletti anch'essi dall'eternità, ad essere santi al cospetto dell'Altissimo. Oggi celebriamo la Concezione senza macchia della Madre del Salvatore e con Lei benediciamo il Padre che ha benedetti anche noi nel suo Figlio con ogni benedizione spirituale nei cieli. Di fronte al saluto dell'Angelo Maria rimane turbata, e all'annuncio della sua elezione a madre del Salvare ella chiede: “come è possibile”. L'Angelo l'assicura: “non temere... nulla è impossibile a Dio... lo Spirito Santo scenderà su di te”. E allora Maria pronuncia il suo “Fìat” e il suo totale e gioioso abbandono a Dio: “Ecco la serva del Signore”. Gli interventi di Dio nella nostra vita, la sua chiamata e ciò che essa comporta, ci possono turbare, farci dubitare. L'esempio dell'Immacolata e il suo aiuto ci spronino a imitarla. Con Lei canteremo allora il nostro Magnificat, di grazie, di Lode e di vittoria. O Padre che nell'Immacolata hai preparato una degna dimora del tuo Figlio, concedi anche a noi, per sua intercessione di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.
Il padre Poemen disse a chi voleva vivere santamente: "Non misurare te stesso, aderisci piuttosto a chi sa vivere bene".
L'ORDINE DELLA COMUNITÀ I più giovani pertanto rispettino i più anziani; gli anziani amino i più giovani. Nello stesso modo di chiamarsi nessuno si permetta di rivolgersi all'altro col semplice nome, ma i più anziani chiamino i più giovani con l'appellativo di «fratelli» e i più giovani chiamino gli anziani «nonni», che significa «reverendo padre». L'abate poi, giacché sappiamo per fede che tiene le veci di Cristo, sia chiamato «signore» e «abate», non per sua pretesa ma per onore e amore di Cristo. Ma egli rifletta sulla sua dignità e si dimostri degno di tale onore.