Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
14 - 20 Ottobre 2018
Tempo Ordinario XXVIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Lunedì 15 ottobre 2018

Niente... se non il segno di Giona...

La folla richiede un miracolo strepitoso da Gesù. Non le bastano le parole del Maestro né i suoi numerosi gesti significativi. Pur avendo visto le tante opere, non hanno accolto la parola; invece di dare segno di obbedienza, hanno addirittura preteso che lui obbedisse loro, esibendosi con ulteriori segni. E' giusto che ci siano segni per indicare qualcosa che va oltre il nostro orizzonte; però è sbagliato sia fermarsi ad essi invece che andare oltre, sia cercarne ancora quando si è giunti a ciò che indicano. E Gesù rifiuta di darne, perché egli stesso è un segno come lo fu Giona: segno della misericordia di Dio per tutti, tanto efficace che perfino i niniviti si convertirono al suo annuncio. “Poiché come Giona fu un segno per i niniviti, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione”. Il segno di Giona sarebbe allora la predicazione di Gesù, tesa alla conversione di questa “generazione malvagia” ma da essa disattesa, almeno dalla maggior parte. Il detto di Giona si collega con quello sulla “regina del sud”, che si assocerà ai niniviti, “nel giudizio, per condannare gli uomini di questa generazione, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone”. Gesù costituisce il punto di convergenza della tradizione profetica e sapienziale della Scrittura; anzi egli le supera in quanto la sua parola e la sua azione annunciano il compimento. La liberazione dal giudizio di condanna, che tocca anche noi, è la nostra conversione all'annuncio di misericordia di colui che è più di Salomone e di Giona.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello domandò a un anziano: «Indicami una sola cosa da custodire, perché io ne viva!». L'anziano gli disse: "Se puoi essere ingiuriato e sopportarlo, è una gran cosa, che supera tutte le virtù».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA MISURA DEL BERE

Ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo chi in un altro (1 Cor 7,7); ed è per questo che abbiamo qualche perplessità a fissare la misura del vitto per gli altri. Nondimeno, tenendo conto delle necessità dei più deboli, pensiamo sia sufficiente per ciascuno una emìna di vino al giorno. Chi poi ha avuto da Dio il dono di sapersene astenere, sappia che ne riceverà una ricompensa particolare. Qualora poi le condizioni del luogo o un lavoro eccezionale o l'eccessivo calore estivo richiedessero un supplemento, il superiore potrà concederlo, badando sempre che nessuno arrivi alla sazietà o all'ebbrezza.

Cap.40,1-5.