Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
07 - 13 Ottobre 2018
Tempo Ordinario XXVII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Sabato 13 ottobre 2018

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio...

Le parole che ascoltiamo oggi riecheggiano all'inizio del Vangelo di Luca, quando una donna benedice Maria, come aveva fatto Elisabetta, vedendo avverarsi in lei le promesse fatte ad Abramo. E' la tipica lode di una madre che invidia un'altra madre. Gesù risponde, chiarendo il vero oggetto della beatitudine: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”. La vera beatitudine di Maria non consiste nella sua maternità fisica, né perché avvertiva che l'Eterno prendeva il ritmo e la cadenza dei suoi giorni, ma fu beata perché ha creduto. Maria fu la prima che ascoltò e disse: “Eccomi, sono la serva del Signore”. La sua maternità, prima che nel ventre, fu nell'orecchio e nel cuore. Essa obbedì, e per questo fu madre. La sua stessa beatitudine è quindi di chiunque accoglie il seme della Parola. Per l'ascolto di Maria il Verbo di Dio si è fatto sua carne. L'ascolto, come lo fu all'inizio, così resta per tutto il tempo successivo il principio dell'incarnazione. Ora Gesù che annuncia la Parola diviene la Parola che lo annuncia. Si passa dal tempo di Gesù a quello della Chiesa. Essa nell'ascolto e nella custodia della Parola, si fa contemporanea a lui. Il Verbo, fatto carne in Gesù nel seno di Maria, è tornato ad essere Parola scritta per farsi carne in chi l'ascolta.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse un anziano: «Senza la sorveglianza delle labbra è impossibile all'uomo progredire anche in una sola virtù; poiché la prima delle virtù è la sorveglianza delle labbra».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA MISURA DEL CIBO

Per il pasto quotidiano - abbia esso luogo a sesta o a nona - noi pensiamo che siano sufficienti in tutte le stagioni due pietanze cotte, per riguardo alle infermità dell'uno o dell'altro dei fratelli; cosicché chi non può cibarsi di una, si nutra con l'altra. Quindi due pietanze cotte bastino a tutti; e se ci fosse la possibilità di avere frutta e legumi freschi, se ne aggiunga una terza. Di pane sarà sufficiente una libbra di buon peso al giorno, sia quando si fa un pasto solo sia quando si pranza e si cena. Che se si deve anche cenare, il cellerario metta da parte un terzo di quella libbra e lo passi a cena.

Cap.39,1-5.