Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
17 - 23 Giugno 2018
Tempo Ordinario XI, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Martedì 19 giugno 2018

"Amate i vostri nemici".

Gandhi sosteneva che "se non abbiamo imparato da Gesù a modellare le nostre vite sulla legge dell'amore, egli è venuto ed è morto invano". E' quanto ci viene proposto oggi. "Avete inteso che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori". Gesù dichiara fallita la nostra divisione delle persone in amici e nemici; per chi ama, come Cristo, non ci sono che fratelli, tutti figli dello stesso Padre. Così riassume Cristo la nuova giustizia del Regno, altrimenti "cosa fate di più, se amate soltanto quelli che vi amano?". Il brano del Vangelo termina con un altissimo richiamo: "Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". C'è una logica profonda in questo ammonimento: se Dio è nostro Padre non converrà forse che gli assomigliamo. Il problema non è se sia possibile o impossibile, poiché Dio stesso ci garantisce il suo aiuto. Il problema è se noi accettiamo realmente il superamento del nostro io, perché il nostro orgoglio non ci fa amare purtroppo coloro che non ci amano. Gesù non ci comanda quello che non possiamo fare. Però ci propone il suo esempio. Egli morì perdonando i suoi nemici e pregando per loro il Padre. Quante anime sante hanno seguito tale esempio? Quello che Gesù ci comanda non è tanto l'amore affettivo, piuttosto quello effettivo, cioè fare del bene al nemico, pregare per lui, rispettarlo sempre come persona; anche lui è figlio di Dio. Così, pure noi, saremo figli di Dio, "che fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni".


Apoftegmi - Detti dei Padri

Si lamentò il monaco Giovanni al padre spirituale: quando eravamo a Scete la nostra principale occupazione era quella dell'anima, mentre il lavoro manuale era un'occupazione secondaria. Ma ora il lavoro dell'anima e divenuto secondario e il lavoro secondario è divenuto il principale che oscura Dio.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL PRIORE DEL MONASTERO

Se il priore si mostra vizioso o, dominato dalla vanagloria, monta in superbia o disprezza apertamente la santa Regola, sia ammonito a parole fino alla quarta volta; se non si corregge, sia sottoposto alla punizione della disciplina regolare. Se neppure così si sarà corretto, allora sia tolto dall'ufficio di priore e al suo posto si metta un altro che ne sia degno. E se in seguito non starà quieto e obbediente in comunità, sia anche cacciato dal monastero. Però l'abate ricordi che di tutti i suoi giudizi dovrà rendere conto a Dio: non succeda che il fuoco dell'invidia o della gelosia gli bruci l'anima.

Cap.65,18,22.