Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
25 Febbraio - 03 Marzo 2018
Tempo di Quaresima II, Colore viola
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Domenica 25 febbraio 2018

Gesù trasfigurato e sfigurato.

Racconta l'evangelista Marco che Gesù cominciò a parlare apertamente delle sue sofferenze, della sua passione ai suoi discepoli per chiarire la sua vera identità: è il Messia, sì, come ha confessato Pietro per ispirazione del Padre, ma un Messia che va verso la morte, conforme all'immagine del servo sofferente. Queste due immagini: trasfigurato e sfigurato, Gesù le mostra sul monte in una luce irradiante alla presenza di tre suoi discepoli. Il candore e la luce sfolgorante della sua persona rievocano le visioni del profeta Daniele, mentre la presenza di Elìa e di Mosè, che parlavano con lui del suo esodo, indicano in Gesù il compimento della Legge e dei Profeti. Essi avevano avuto al tempo loro il privilegio di vedere la gloria di Dio in vista di una missione difficile da compiere per il popolo. Ora tutto questo si assomma, s'incarna nella persona di Gesù, elevato in autorità dalla voce del Padre: "Questi è il mio Figlio prediletto; ascoltatelo". I tre discepoli raccolgono tale testimonianza per comunicarla ai credenti, come dirà Pietro: "Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo, mentre eravamo con lui sul santo monte". Perché Gesù fece questo? Per imprimere nella mente dei discepoli un'immagine gloriosa, potente che potesse galvanizzare la tragicità degli eventi successivi e nello stesso tempo mostrare che nella povertà, nella sofferenza, nella passione Dio resta onnipotente e potevano credere alla promessa, anche se appariva umanamente impossibile. Come reagiscono gli apostoli? Pietro, ancora una volta esce fuori con una risposta tanto umana: "Facciamo tre tende e restiamo qui". Pietro cede alla tentazione di chi vorrebbe fermare la vita ai momenti belli e straordinari, rifiutando di vivere tutto il cammino della vita umana che include un po' per tutti anche la croce. Cessata la visione, Gesù torna ad essere quello di prima. Qualcosa di confuso e di mesto però rimane nel cuore dei discepoli. In seguito Pietro e i suoi compagni capiranno e crederanno. Gesù è il Figlio di Dio che il Padre ha dato per noi. Egli ci coinvolge come fratelli nel mistero del suo dono, affinché giunga anche per noi la vita nella luce.


Apoftegmi - Detti dei Padri

La preghiera

Lui «sa cosa è bene per noi e ci fa misericordia».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Nel periodo invernale, cioè dal principio di novembre fino a Pasqua, ci si alzi, secondo una valutazione ragionevole, all'ottava ora della notte, in modo da dormire un po' più della metà della notte e levarsi a digestione compiuta. Il tempo poi che rimane dopo le Vigilie, i fratelli che hanno bisogno di imparare qualcosa del salterio o delle letture, lo dedichino a questo. Da Pasqua invece fino al principio di novembre, l'orario venga regolato in modo tale che, dopo l'Ufficio vigiliare, lasciato un brevissimo intervallo in cui i fratelli possano uscire per le necessità naturali, seguano subito le Lodi mattutine che devono celebrarsi alle prime luci dell'alba.

Cap.8,1-4.