Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
10 - 16 Dicembre 2017
Tempo di Avvento II, Colore viola
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Lunedì 11 dicembre 2017

Àlzati e cammina.

L’incontro di Gesù col paralitico di Cafarnao assurge a tipo e modello di ogni incontro che Gesù vuol fare con tutti gli uomini. Davanti al paralitico Gesù manifesta il doppio potere di cui è investito dal Padre: il potere sulle malattie corporali, quindi sulle leggi della natura, e il potere di perdonare i peccati. Dio perdona volentieri l’uomo se questi è disposto a convertirsi, cioè ad abbandonare definitivamente il male e a ritornare per sempre a Dio. Di qui l’importanza per ogni cristiano di mantenersi in contatto con la propria comunità e di vivere insieme con essa le varie espressioni della fede, in particolare la celebrazione dell’eucarestia. Nella prima lettura il linguaggio traboccante di immagini fantasiose usato dal profeta non deve trarci in inganno. Non si tratta della trasformazione dell’arido deserto in un giardino ricco di acque né dell’eliminazione prodigiosa di ogni infermità umana. Interessa invece il cambiamento che si opererà nella vita del popolo. Si tratterà di un rovesciamento totale: dalla condizione di schiavi in esilio a quella di uomini liberi nella loro terra, dediti al servizio del Signore. Il salmo 84 ci dimostra che davanti alle incertezze per il futuro, sul quale viene invocata la misericordia del Signore, il salmista si mette in atteggiamento di ascolto. Vediamo che gli effetti dell’arrivo di Dio nel cuore degli uomini sono significati dalla trasformazione di tanti motivi di sofferenza e di pianto in tanti motivi di gioia. Questa è opera di Dio e opera dell’uomo insieme. E l'opera di Dio, prima o poi, si realizza sempre, come per quel paralitico che è tornato a casa sua libero, perché perdonato dai suoi peccati.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre Zaccaria disse: "secondo me, monaco è colui che in ogni cosa fa violenza a se stesso".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ELEZIONE DELL'ABATE

Se invece tutta la comunità, sia pure all'unanimità, eleggesse - non sia mai! - una persona accondiscendente ai propri vizi e questi vizi giungono in qualche modo a conoscenza del vescovo nella cui diocesi è situato il monastero o agli abati o ai cristiani vicini, essi non permettano che prevalga l'accordo dei perversi e scelgano un degno amministratore per la casa di Dio, convinti che ne riceveranno grande ricompensa, se agiranno con retta intenzione e per zelo verso Dio, mentre al contrario saranno colpevoli di peccato se trascurano di intervenire.

Cap.64,3-6.