Inizia oggi il così detto “tempo ordinario”, il lungo periodo che va dalla pentecoste all’avvento. L’aggettivo “ordinario” potrebbe indurre a pensare ad un tempo di minore importanza, ma non è e non deve essere così: la liturgia conserva tutta la sua intensità e noi dobbiamo mantenere integro il nostro impegno di credenti. Nella parabola raccontata da Marco, appare con evidenza la cura paterna che Dio riserva per ognuno di noi e ciò anche quando Egli, pare, se ne vada lontano da noi, affidandoci ad altri. Occorre una fede viva per credere a coloro a cui lo stesso Signore ci affida: “i vignaioli” sono i pastori, gli apostoli e i loro successori. Spetta a loro far fruttificare la vigna e proteggerla da ogni insidia; è loro compito far sì che linfa vitale fluisca libera ed abbondante dal tronco ai tralci. E’ la missione che Cristo stesso ha loro affidato, dopo averli fortificati ed illuminati con lo Spirito Santo. Quante defezioni, però! Quanti non accolgono o rifiutano l’annuncio di salvezza! Quanti credono di dare gloria a Dio uccidendo i suoi immissari come hanno fatto con lo stesso Cristo! Ciò però che viene scartato dagli uomini, Dio lo pone come tastata d’angolo per la costruzione del suo Regno. I martiri ne sono l’esempio più evidente.
Abba Evagrio disse: "È grande cosa pregare senza distrarsi, più grande ancora salmodiare senza distrarsi".
I SACERDOTI DEL MONASTERO Se avesse la presunzione di comportarsi diversamente, venga ritenuto non sacerdote ma ribelle; e se, ripreso più volte, non si sarà corretto, si faccia intervenire come testimone anche il vescovo. Se poi neppure così si emenderà e anzi le sue colpe si faranno sempre più manifeste, sia cacciato dal monastero; solo nel caso però che sia tanto ostinato da rifiutare di sottomettersi e di obbedire alla Regola.