“Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano ne mondo, li amò fino alla fine”. Gesù è per davvero il Figlio di Dio, e Dio è Amore, perciò nel suo Cuore amabile regna solo l’amore per noi uomini, e specialmente verso quelli più deboli e fragili, come siamo noi. Egli, durante l’Ultima Cena, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto”. Questo è un Segno sacro che Gesù fece prima dell’Istituzione dell’Eucaristia la sera del Giovedì santo. Ed è anche un segno di grande umiltà perché era compito dell’ultimo di casa, lo schiavo, che doveva lavare i piedi al padrone quando egli ritornava da un lungo viaggio o da un lavoro in campagna. Gesù, lavando i piedi agli Apostolo, intende istituire il Comandamento nuovo che è: “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi!”, infatti: “Se dunque Io, il Signore, e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni agli altri!”. E questo è il Comandamento Nuovo, il Comandamento dell’Amore. Infatti Gesù non ci ha lavato solo i piedi, ma anche l’anima, con il suo Sangue prezioso, morendo sulla Croce per noi; e questo fatto si rinnova dentro di noi ogni volta che ci accostiamo al Sacramento della Riconciliazione, da Lui stesso istituito proprio il giorno di Pasqua. Poi iniziò subito la solenne Cena pasquale: l’Agnello rappresentava la sua divina Persona, Egli stesso, immolato sulla Croce, per i nostri peccati. Alla fine il Signore Gesù consacrò il Pane azzimo che divenne il suo Corpo, e il Calice del vino che si trasformò in suo Sangue, cambiando la sua stessa sostanza, come avviene in ogni Messa, e così sarà fino alla fine del mondo. E concluse, ordinando loro: “Fate questo in memoria di Me!”. E San Paolo, nella sua lettera conclude dicendo: Ogni volta che mangiate questo Pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché Egli venga”.
Disse un anziano: «Senza la sorveglianza delle labbra è impossibile all'uomo progredire anche in una sola virtù; poiché la prima delle virtù è la sorveglianza delle labbra».
LA MISURA DEL CIBO Per il pasto quotidiano - abbia esso luogo a sesta o a nona - noi pensiamo che siano sufficienti in tutte le stagioni due pietanze cotte, per riguardo alle infermità dell'uno o dell'altro dei fratelli; cosicché chi non può cibarsi di una, si nutra con l'altra. Quindi due pietanze cotte bastino a tutti; e se ci fosse la possibilità di avere frutta e legumi freschi, se ne aggiunga una terza. Di pane sarà sufficiente una libbra di buon peso al giorno, sia quando si fa un pasto solo sia quando si pranza e si cena. Che se si deve anche cenare, il cellerario metta da parte un terzo di quella libbra e lo passi a cena.