Oggi l'Evangelista San Marco ci riporta dentro alla sinagoga ad ascoltare e a contemplare Gesù che guarisce un povero che aveva una mano paralizzata: "àlzati, vieni qui in mezzo!". E' autorevole Gesù... e non gli importa dei farisei e degli erodiàni. Essi erano venuti là non per pregare, non per ascoltare l'insegnamento del Figlio di Dio: erano venuti solo per criticare, per giudicare, per condannare il Santo di Dio. Erano persone false, anche se esternamente sembravano assai devoti ed osservanti e con il collo storto; dentro erano superbi, orgogliosi e non si daranno pace, ormai lo sappiamo, finché non vedranno Gesù inchiodato sulla Croce. Chi è come loro non capirà mai nulla di Gesù e del suo Vangelo perché l'orgoglio e la superbia rende cieco l'uomo e anche sordo all'ascolto della Parola di Dio; essi ascoltano solo se stessi e restano perciò insipienti e guide cieche: il loro cuore è duro come pietra... e non c'è terreno buono per la semina della Parola di Dio in loro. E Gesù li interroga: "E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?". Ma essi tacevano. E disse all'uomo: "Tendi la mano!" Egli la stese, e la sua mano fu guarita. Questo poveretto viene guarito perché chi è povero in spirito è salvo... I farisei invece uscirono sùbito con gli erodiàni e tènnero consiglio contro di Lui per farlo morire: ...essi erano capaci di dare solo quello che avevano dentro l'anima: la morte! E per causa loro, e per colpa anche dei nostri peccati, Gesù morirà sulla Croce; infatti Egli è Sacerdote e Vittima: è Sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchìsedek, come leggiamo nella prima lettura. Egli è Re di Giustizia e di Pace!
Gli anziani dicevano: "L'anima è una fonte. Se la scavi, si purifica; se vi getti della terra, scompare.
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE Nel suo insegnamento poi l'abate deve sempre aver presente quella norma dell'apostolo che dice: «Ammonisci, esorta, rimprovera» (2 Tm 4,2); vale a dire, tenendo conto dei diversi momenti, alternando rigore e dolcezza, mostri ora l'atteggiamento severo del maestro ora quello affettuoso del padre; e cioè, gli indisciplinati e gli irrequieti deve ammonirli duramente; gli obbedienti invece e i miti e i pazienti deve esortarli a progredire sempre di più; ma i negligenti e gli abituali trasgressori vogliamo che li rimproveri e li punisca.