I due brani biblici dell'odierna liturgia trovano nella figura di Elia il loro punto di collegamento. Il ricordo delle sue imprese e della sua forte personalità tra i profeti riempie di ammirazione l'autore del Siràcide che si sofferma nell'elencare tutte le meraviglie da lui compiute per difendere il vero culto di Dio nei cuori e nella società. Egli corona la sua vita con un portentoso prodigio, rapito in cielo su un carro di fuoco e atteso per i tempi messianici. Il suo amore al vero culto di Dio lo rende degno di essere presente nella pienezza dei tempi, quando lo stesso Gesù, figlio di Dio, afferma che lo spirito di Elia si è reso vivo in San Giovanni Battista. Egli è conosciuto come il profeta di fuoco per la sua parola infuocata, ma anche per aver più volte invocato il fuoco sul suo sacrificio sul monte Carmelo, sui soldati mandati a catturarlo... Il suo zelo per la gloria di Dio, per la fedeltà del popolo all'alleanza, il suo sdegno contro ogni profanazione del nome del Signore ci richiama la missione di Gesù che è venuto a portare il fuoco del suo amore tra gli uomini, nutrendo un vivissimo desiderio che ogni cuore ne sia contagiato. Purtroppo, come è stato perseguitato Elia, lo sarà anche Gesù, in forma più crudele, nel rifiuto più assoluto da parte dei capi della sua gente, soddisfatti solo quando lo vedono pendere dalla croce. Voglia il Signore che questo fuoco di amore, di fedeltà e di gratitudine verso il nostro Salvatore si accenda anche nei nostri cuori. Egli dice: "Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me". Nell'eucaristia il nostro cuore si apre a Gesù, ma non basta riceverlo in sacramento. E' necessario che ci lasciamo trasformare dal suo spirito e nutrire in noi i suoi stessi sentimenti. Allora sarà vera comunione, allora l'attesa, l'avvento porterà frutti abbondanti.
Abba disse: "Non attaccarti con il tuo cuore a colui di cui il tuo cuore non è sicuro".
L'ELEZIONE DELL'ABATE Nella elezione dell'abate si segua sempre questo criterio: sia costituito in carica colui che tutta la comunità avrà scelto di comune accordo secondo il timor di Dio, o anche soltanto una parte della comunità, sia pur piccola, ma con più sano giudizio. L'ordinando sia scelto in base alla santità di vita e alla dottrina spirituale, anche se fosse l'ultimo nell'ordine della comunità.