Eri tu ad esserti smarrito, avevi chiesto temerariamente la parte dei tuoi beni, pur sapendo che nulla ti apparteneva, nulla potevi esigere da tuo padre. Egli però geloso della tua libertà, ha diviso le sostanze e tu, credendoti finalmente libero e ricco, ti sei avventurato per la strade larghe del mondo senza sapere dove conducessero. Gli spazi senza confini, la libertà senza limiti ti hanno affascinato e così hai intrapreso la tua avventura. Hai provato l'ebbrezza dell'onnipotenza, ti sei sentito come un dio e non ti sei accorto che ti attendevano l'umiliazione, la fame e la solitudine. Il Peccato. Solo quando ti sei ritrovato tra i porci ti sei accorto finalmente della tua miseria e, con i morsi della fame, hai sentito la struggente nostalgia della casa paterna. Ti mancava il pane, ma ancor più ti mancava il Padre. Ti sei ritrovato come uno schiavo ed eri libero! Eri Figlio. Che sofferenza stare con gli immondi e bramare le carrube! «Mi alzerò e andrò da mio Padre», gli chiederò di riprendermi come schiavo, come l'ultimo degli schiavi, avrò così almeno pane a sazietà, non morirò di fame. È cominciato così il tuo ritorno, lungo e faticoso. Hai visto sulla tua strada Colui che ti precedeva verso il monte. Ti ha chiesto il tuo peso perché tu procedessi sgombro verso la casa del Padre. Leggero, il tuo incedere è diventato la corsa anche se non avevi ancora smesso tutti i tuoi timori. Hai alzato gli occhi e hai visto Colui che da sempre ti attendeva, ora ti correva incontro, a braccia aperte. Hai sentito il calore del bacio intenso e del paterno abbraccio che ti rigeneravano alla vita, ti facevano rinascere come Figlio. Non più schiavo ma libero. Hai smesso gli stracci logori e l'abito nuovo t'ha adornato, l'anello del vincolo nuovo, indissolubile hai messo al dito e i calzari ai piedi per percorrere la Via. E poi la festa: un banchetto di comunione e di gioia vera. Lì si canta la misericordia e il perdono. Lì c'è Colui che aveva preso su di sè il tuo peccato e ti sfama con il pane della vita e il vino che diventa sangue. Tutti sono invitati a quella mensa, manca soltanto il fratello che serve fedelmente, ma non è ancora capace di comprendere l'amore che perdona. Ora tu sei l'esperto del perdono. Il tuo canto non avrà mai fine e la casa del Padre ti sembra più ampia dell'intero mondo perché ha le dimensione del cuore di tuo Padre. Ha la dimensione della vera libertà.
«Un giovane fratello fu inviato dal suo anziano da un certo fratello che aveva un giardino al Sinai per prendere qualche frutto per il suo abba. Quando giunse al giardino, disse al fratello che ne era il proprietario: "Padre, il mio anziano mi ha chiesto se hai qualche frutto?". Gli disse: "Si, figlio mio, tutto ciò che vuoi è là; prendi quello che ti serve". E il giovane monaco disse: "Forse c'è qui la misericordia di Dio, padre?". Quando quel fratello udì questa parola, rimase pensieroso, con gli occhi a terra e disse al giovane: "Cosa hai detto figlio mio?". Il giovane ripeté: "Padre, ho detto: Forse c'è qui la misericordia di Dio, padre?". E nuovamente per la terza volta il fratello gli pose la stessa domanda. Il proprietario del giardino rimase per un momento in silenzio, non sapendo cosa rispondere al giovane, e poi con un sospiro disse: "Dio ci aiuti, figlio mio!". E lasciando all'istante il giovane, prese la sua melote e andò nel deserto, abbandonando il giardino e dicendo: "Andiamo a cercare la misericordia di Dio. Se un giovane mi ha interrogato senza che io potessi dargli una risposta, che cosa farò quando sarò interrogato da Dio?"»
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI A Prima del lunedì si dicano tre salmi, cioè l'1, il 2 e il 6; e così fino alla domenica a Prima si recitino ogni giorno tre salmi di seguito fino al 19, ricordandosi di dividere in due parti i salmi 9 e 17. In tal modo alle Vigilie della domenica si comincerà sempre con il salmo 20. A Terza, Sesta e Nona del lunedì si dicano le rimanenti nove strofe del salmo 118, tre strofe per ciascuna Ora.