Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
14 - 20 Agosto 2016
Tempo Ordinario XX, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Giovedì 18 agosto 2016

Il banchetto e l'abito nuziale.

Nasce da un bisogno irrefrenabile di comunione da parte di Dio nei nostri confronti l'invito al suo banchetto. Vuole renderci partecipe dei suo beni, ci vuole come suoi commensali. Per questo ci ha fatto somiglianti a se con un innato desiderio di essere sfamati e dissetati nel corpo e nello spirito. Il nostro primo peccato e tutti quelli che ne sono seguiti hanno la stessa radice e la stessa origine: abbiamo scelto noi il banchetto a cui sederci e mangiare e ne siamo rimasti avvelenati dentro. È iniziata immediatamente l'opera risanatrice di Dio: ci ha invitati di nuovo alla mensa della sua parola, ha ripreso il dialogo con noi. Poi il banchetto di nozze! Il Figlio di Dio che sposa la nostra umanità, s'incarna, si dona, s'immola, diventa cibo e bevanda di salvezza per noi. È un banchetto di festa per un ritorno alla casa del Padre perché eravamo perduti e morti e siamo tornati in vita. Ci è stato dato un abito nuovo, un abito nuziale, dal giorno del nostro battesimo ed abbiamo assunto l'impegno di conservare lìmpido quell'abito e di non smetterlo mai. È la veste càndida che ci rende degni del banchetto e ci autorizza ad entrare nell'intimità di Dio. Dobbiamo stare desti perché l'invito non ci colga distratti e distolti, senza abito o impegnati nelle nostre cose e diretti a banchetti non salutari o addirittura venefici. È un assurdo, ma ci può capitare anche di rifiutare l'invito del Signore perché impegnati nelle nostre vicende quotidiane, magari a bramare le carrube. «Ho paura del Signore che passa!» - soleva ripetere Sant'Agostino. Costatiamo che il mondo è pieno di affamati, che dissertano però la mensa del Signore. Conosciamo bene i brani biblici che ci parlano del pane di vita. Ci insegna il Signore che chi non mangia di quel pane e non beve quel sangue non ha la vita. Il festeggiato si fa pane per noi, è Lui ha nutrirci di sé. Siamo noi a godere di quel germe di immortalità che solo al banchetto divino possiamo trovare. Il banchetto è ora la nostra Messa, quella cena eterna che ad ogni festa si ripete. Sono ancora pochi a rispondere all'invito e ancora tantissimi gli affamati di Dio.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Discrezione

«Il padre Antonio disse: "Vi sono di quelli che martoriano il corpo nell'ascesi e, mancando di discernimento, si allontanano da Dio"».

Antonio

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Essi, inoltre, nelle avversità e nelle umiliazioni mettono in pratica con la pazienza l'insegnamento del Signore: percossi in una guancia porgono l'altra, a chi vuol togliere loro la tunica lasciano anche il mantello, costretti ad andare per un miglio ne percorrono due (cf. Mt 5,39-41), come l'apostolo Paolo sopportano i falsi fratelli e le persecuzioni e benedicono quelli che li maledicono.

Cap.7,42-43.