Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
10 - 16 Luglio 2016
Tempo Ordinario XV, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Sabato 16 luglio 2016

Ascolta,Signore, le suppliche dei poveri.

E' il ritornello del salmo responsoriale, salmo 9B, in cui il povero chiede aiuto al Signore contro i soprusi e le prepotenze dei ricchi. Con atto di fiducia si rivolge a Dio: "Eppure tu vedi, Signore, l'affanno e il dolore, tutto tu guardi e prendi nelle tue mani". La denuncia di ingiustizie e di oppressione dei poveri viene anche dalla pericope del profeta Michea. Da quando il mondo esiste, ci sono stati sempre prepotenti e superbi che hanno fatto pesare il loro tornaconto su gente povera. Peccati che la Scrittura spesso stigmatizza e per i quali minaccia castighi che giungono fino alle invasioni nemiche e deportazioni. Oggi questo peccato è messo più in luce da un senso di uguaglianza che la società proclama. Sono peccati che si commettono con il lavoro nero, con evasioni dal fisco, con favoritismi, con l'usura e altre forme di accaparrarsi ciò che non ci appartiene, a di privati e dello Stato. Si avrebbe il diritto di sperare che il numero crescente di indagati dalla giustizia ponesse un freno a tanta bramosia di ricchezze. Sembra invece che l'ingordigia abbia il sopravvento sul senso di giustizia in troppi pubblici e privati amministratori. Per San Paolo questa sfrenata e indebita corsa mammona è idolatria. Desta meraviglia l'incoerenza di certe coscienze. Ci si dichiara cristiani e ci si comporta in pieno contrasto con la dottrina del vangelo. Quando poi le macchinazioni vengono alla luce, allora, mortificati ripetono con Michea: "E' finita! Siamo del tutto rovinati!" Servisse questo ad altri a vivere nella giustizia umana e divina! Il brano del vangelo in cui si manifesta il progetto dei farisei di uccidere Gesù per le sue affermazioni, secondo loro, contrarie alla legge, offre all'evangelista l'occasione per fermarsi sulla profezia di Isaia quella del servo di Dio che si realizza nella mansuetudine anche dinanzi a minacce di morte: per dar tempo alla conversione, "non spezzerà la canna infranta, non spegnerà il lucignolo fumigante". E mentre i farisei coltivano propositi di morte, egli, seguìto da molti malati e infermi, tutti guarisce, raccomandando il silenzio. Che differenza tra la vita vuota dei nemici del Signore che non sanno che accusare e la misericordia di Gesù che lenisce le ferite della natura umana!


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Una parola non è possibile adesso – constata tristemente un padre del deserto. Quando i fratelli interrogavano gli anziani e facevano ciò che questi dicevano, Dio provvedeva per loro come dovevano parlare. Ma ora, poiché chiedono e non fanno ciò che odono, Dio ha tolto dagli anziani il dono della parola; e non sanno cosa dire, perché non vi è chi metta in pratica»


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Sappia pure l'abate che il padre di famiglia ascriverà a colpa del pastore quanto di minor bene avrà trovato nel suo gregge. Sarà scusato, il pastore, soltanto se avrà usato ogni diligenza verso un gregge turbolento e disobbediente e avrà applicato tutti i rimedi alla loro cattiva condotta; allora, assolto nel giudizio divino, potrà dire col profeta: «Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore, la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato (Sal 39,11); ma essi mi hanno deriso e disprezzato» (Is 1,2 Volg.). E allora per le pecore ribelli alle sue cure ci sarà alla fine quale castigo la morte.

Cap.2,7-10.