Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
05 - 11 Giugno 2016
Tempo Ordinario X, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Domenica 05 giugno 2016

Dio ha visitato il suo popolo.

Una madre rimasta vedova è in pianto; sta accompagnando il suo unico figlio alla tomba. Nel suo sconsolato dolore alle porte della città, mentre si snoda il corteo funebre, ha la fortuna di incontrare Gesù. La donna di cui si parla nel libro dei Re, vive con il profeta Elìa la stessa esperienza. Per la preghiera del Profeta le viene restituito vivo il suo bambino ed esclama: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità». Il dolore umano non lascia indifferente Gesù; Egli ne farà esperienza ed è venuto a sanare le nostre ferite causate dal peccato. Egli vede la scena e ne resta turbato, patisce insieme, condivide il dolore e compie il miracolo: il bambino viene restituito alla madre, vivo. Il pianto umano giunge fino al cuore di Dio e diventa preghiera se non sfocia tristemente nella disperazione. Una scena quella evangelica, che assume un più vasto significato se si pensa a quanto ininterrottamente avviene nella nostra Chiesa mediante i sacramenti, in modo speciale con il Battesimo e ancor più con il sacramento della Riconciliazione. Anche noi, figli di Dio nella Chiesa, morti al peccato, siamo restituiti vivi per l’interiore purificazione che lo Spirito opera in noi. È il mirabile perpetuo effetto della nostra partecipazione personale e comunitaria alla morte e risurrezione di Cristo, nostro Redentore. Esperienza questa che l’apostolo Paolo ha sperimentato nella sua persona: egli anche nella lettura di oggi ricorda che Dio lo scelse fin dal seno di sua madre e lo chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in lui il Figlio suo perché lo annunciasse alle genti. La potenza di Dio è sempre al servizio della sua misericordia, perché è la potenza dell'amore. Dio interviene con amore potente nella vita dei singoli e mostra la sua benevolenza verso il suo popolo. Riconosciamo così che Dio visita il suo popolo, vive accanto a noi: è vicino a ciascuno con amore di Padre, incessantemente. Ravviva la sua presenza proprio quando le sua creatura sperimenta il dolore e si trova dinanzi alla prova suprema della morte. La fede e la fiducia alimentino la nostra speranza.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Evagrio disse: "È grande cosa pregare senza distrarsi, più grande ancora salmodiare senza distrarsi".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SACERDOTI DEL MONASTERO

Se avesse la presunzione di comportarsi diversamente, venga ritenuto non sacerdote ma ribelle; e se, ripreso più volte, non si sarà corretto, si faccia intervenire come testimone anche il vescovo. Se poi neppure così si emenderà e anzi le sue colpe si faranno sempre più manifeste, sia cacciato dal monastero; solo nel caso però che sia tanto ostinato da rifiutare di sottomettersi e di obbedire alla Regola.

Cap.62,8,11.