Gesù ci invita a metterci alla sua scuola, per essere fedeli alla sua parola, per diventare suoi discepoli, per conoscere la verità e per essere davvero liberi. È difficile comprendere che la peggiore schiavitù derivi proprio dall'ignoranza, dalla menzogna, dall'errore. Tutta la nostra storia, sin dal principio, è contrassegnata pesantemente dagli errori umani, che hanno sempre la medesima origine: il distacco da Dio, l'esodo da un ambito di amore e di comunione con Lui, la conoscenza e poi l'esperienza del male in tutte le sue forme. Il lamento di Cristo: «la mia parola non trova accoglienza in voi» ci risuona ancora vero ed attuale. Su quella parola di verità prevalgono le nostre parole, le nostre scelte, le nostre personali decisioni e, di conseguenza i nostri smarrimenti. I figli che reclamano la loro parte di eredità per spendere tutto dove e come vogliono, sono ancora tanti. La presunzione di poter gestire la vita a proprio gusto, in completa autonomia, è ancora all'origine del neopaganesimo. È ancora più subdola la tentazione che vorrebbe convincerci, come accadeva ai Giudei, contemporanei di Cristo, di essere depositari di verità solo per un vago senso di appartenenza e per una fede presunta, che non incide realmente sulla vita. A nulla serve essere figli di Abramo se non assimiliamo la sua fede e la traduciamo nelle opere. Quanti si ritengono cristiani e uccidono nei fatti gli ammonimenti e i precetti del Signore! La verità di Dio è luce e lampada ai nostri passi, è orientamento di vita, è docile e gioiosa conformazione e amore a Cristo, è la pienezza della libertà. Il Signore ha affidato a due libri le sue eterne verità per la salvezza dell'uomo: la scrittura sacra, la Bibbia, che pochi conoscono e comprendono, e poi ai suoi fedeli, chiamati a proclamare quelle verità con la forza irresistibile della testimonianza. Hai mai pensato che qualcuno sta leggendo la bibbia e cercando la verità guardando la tua vita? È autentico cioè il messaggio che stai inviando?
Il discepolo disse al maestro: Sono contento che tu sia qui.
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI Ci teniamo però a far notare espressamente che se a qualcuno non piace questa distribuzione dei salmi, li disponga pure diversamente, nel modo che ritiene più opportuno; purché faccia attenzione che ogni settimana si reciti l'intero salterio dei centocinquanta salmi e che la domenica alle Vigilie notturne si ricominci sempre da capo; perché darebbero prova di grande pigrizia nel servizio a cui si sono consacrati quei monaci che nell'arco di una settimana recitassero meno dell'intero salterio insieme ai cantici consueti, quando invece leggiamo che i nostri santi Padri compivano con fervore in un sol giorno ciò che noi tiepidi è da sperare che riusciamo a fare almeno in una intera settimana.