La liturgia della parola della feria di oggi ci invita a fare l'elogio di uomini illustri non solo dell'Antico testamento ma anche dei testimoni della fede, dei santi che in modi e tempi diversi hanno saputo dare testimonianza eroica di amore al Signore. Il brano del vangelo ci invita a portare frutto nella vita per non avere la sorte del fico infruttuoso, come anche di far sì che i nostri corpi, tempio della divinità, non siano profanati da pensieri, da affetti, da comportamenti che sono in contrasto con la presenza di Dio in noi. Ma tutto questo suppone una fede forte, capace di dare un vero significato alla nostra vita. Nella nostra debolezza e fragilità ci saranno di grande conforto e incoraggiamento le parole rassicuranti di Gesù: "Tutto quello che domanderete nella preghiera, vi sarà accordato". Ma... siamo davvero uomini di preghiera?
Il padre Dula diceva: "Tronca molte relazioni, perché il tuo spirito non venga assediato da una guerra che lo distrugga e turbi l'unione con Dio".
I FIGLI DEI NOBILI E DEI POVERI Quanto poi alle sue sostanze, promettano sotto giuramento nella carta di petizione che né per sé né per mezzo di un loro rappresentante né in qualunque altro modo gli daranno mai alcuna cosa e neppure occasione di averla; oppure, se non vogliono fare così ma intendono offrire qualcosa in elemosina al monastero quale compenso, facciano regolare donazione dei beni che desiderano dare, riservandosene eventualmente l'usufrutto. E così siano precluse tutte le vie per cui al fanciullo non rimanga alcuna illusione, ingannato dalla quale egli possa - non sia mai! - perdersi: cosa che purtroppo abbiamo appreso per esperienza. Allo stesso modo facciano i genitori meno ricchi. Quelli poi che non hanno proprio nulla stendano semplicemente la petizione e offrano, davanti a testimoni, il proprio figlio insieme all'oblazione della Messa.