Gesù si propone come il buon Pastore. Sùbito ci appare una bella icona. Suggerisce aperte campagne con pascoli rigogliosi in un ambiente invitante. Tutto in un clima rilassante. Il contatto con la natura propone una simbiosi che allarga lo spirito. Le pecore sono al sicuro, proprio perché c'è il pastore, il buon pastore, che vigila costantemente. Gesù prende molto spesso spunto dalla natura per fornire delle immagini che vanno però ben oltre la realtà che Egli richiama. Il buon pastore di Gesù dona la sua vita per le sue pecore. È un gesto generoso, di vero e puro amore; significa donazione completa. Gesù, però non è mai banale nelle sue affermazioni; pone sempre una questione che va oltre. Richiede da noi molta attenzione. Il Buon Pastore dona la sua vita non semplicemente come gesto supremo di amore. Gesù proclama la sua divinità quando dice che Lui stesso ha il potere di offrire la sua vita, per poi riprenderla. Gesù è l'autore della vita; lui è la Vita stessa. È una dichiarazione ma anche un annuncio e una profezia sul suo Mistero Pasquale. La sua Passione e Resurrezione non sono allora eventi tragici ed ineluttabili di una missione impossibile. Non è lo scontrarsi nella realtà terrena di un piano divino. Non è un infrangersi di una missione preparata da tempo. Il Mistero Pasquale appartiene alla logica di Dio non alla logica dell'uomo. È donazione completa che essendo divina è condivisa dal Padre, come Donatore e dal Figlio, come Donato nello Spirito. È un mistero profondo che è trinitario e che non trova sbavature tra il comando del Padre e l'obbedienza del Figlio; due realtà che coincidono. Non c'è abbandono, non c'è dimenticanza nella Croce; anzi nel silenzio del Padre è presente tutta l'opera Trinitaria. Gesù si proclama vero Dio con l'immagine del Pastore. Non è un Dio nascosto e lontano; le sue pecore conoscono la sua voce. Gesù china la divinità all'uomo per comunicare questo amore infinito; custodisce, difende le sue pecore. Parla loro con amore, infonde fiducia e coraggio. La sua voce è rassicurante; le pecore quando sentono la voce amica del Buon pastore sanno che ormai possono essere tranquille. Gesù si mostra vicino agli uomini; si proclama vero Dio e vero uomo, proprio perché in Lui albergano veri sentimenti umani. Ascoltiamo la sua voce, accettiamo questo Dono di infinito amore per metterci accanto a Lui nella Morte e Resurrezione. Sentiamoci veramente sicuri e protetti dalla sua Guida, che ama per l'eternità.
Abba Isaia disse: "La sapienza non consiste nel parlare; la sapienza sta nel sapere in quale momento parlare.
COME DEVONO FARE LA SODDISFAZIONE GLI SCOMUNICATI E allora, se l'abate lo permetterà, sia riammesso in coro al suo posto o a quello che l'abate avrà indicato; ma a patto che non ardisca recitare da solo salmo o lettura o altro nell'oratorio, se non ad un nuovo ordine dell'abate. E a tutte le Ore, mentre sta per terminare l'Opus Dei, si prostri a terra nel posto dove si trova; e così continui a fare la soddisfazione finché l'abate di nuovo non gli comanderà di mettervi fine. Chi invece per colpe leggere è scomunicato solo dalla mensa, faccia la soddisfazione nell'oratorio, prolungandola secondo l'ordine dell'abate, finché egli dia la benedizione e dica: «Basta così!».