La memoria di oggi ci presenta, ancora una volta, la Vergine Maria, nella sua più sublime prerogativa di Madre. È l'evangelista Marco a raccontarci, con il suo stile semplice e stringato, l'episodio da cui traiamo le nostre riflessioni. C'è la solita calca di gente che fa ressa intorno a Gesù. Fuori lo cercano la madre sua e i suoi parenti. Egli viene informato della loro presenza: "Ti cercano". La risposta di Gesù è una sublime dichiarazione, accompagnata da uno sguardo di compiacenza, che sicuramente arriva fino al cuore della Madre sua. "Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre». È una apertura meravigliosa verso tutti coloro che l'ascoltano e mettono in pratica i suoi divini insegnamenti. La parola di Cristo, Verbo incarnato, trova la sua reincarnazione in tutti coloro che l'accolgono con cuore limpido e sincero. La sua parola è comunione nello spirito che genera una maternità e una fraternità nuova. Egli sta instaurando una alleanza definitiva che troverà il suo sigillo sulla croce. La Madre viene ulteriormente esaltata dal Figlio suo. Chi più e meglio di lei ha accolto la Parola e l'ha incarnata nel suo seno di mamma e nel suo cuore di umile ancella del Signore? E ancora, nessuno come Maria ha adempiuto fino al Calvario, in tutta la sua vita, la volontà di Dio. La sua promessa fatta all'Angelo Gabriele: "Ecco, sono la serva del Signore, si compia in me secondo la tua parola", è stata perfettamente adempiuta, fino a condividere con il Figlio suo la crudelissima passione e il tormento della croce. Quando Gesù diceva, rivolto ai suoi attenti ascoltatori "Ecco mia Madre!" sicuramente poneva al primo posto come modello di docile ascolto e di incondizionata fedeltà proprio la madre sua. La presentazione al tempio la possiamo quindi festeggiare come la preparazione della giovane fanciulla di Nàzaret alla sua futura missione di madre. L'insegnamento che possiamo trarne è il nostro rinnovato impegno ad ascoltare la Parola di Dio con fede per poi metterla costantemente in pratica nella nostra vita, vivendola come sacramento di comunione con Cristo.
Un filosofo chiese a sant'Antonio: Padre, come puoi essere così felice quando sei privato della consolazione dei libri? Antonio rispose: Il mio libro, o filosofo, è la natura, e ogni volta che voglio leggere le parole di Dio, il libro è davanti a me.
GLI ARTIGIANI DEL MONASTERO Qualora poi si dovesse vendere qualcosa dei prodotti degli artigiani, quelli che devono trattare l'affare si guardino bene dal commettere alcuna frode. Si ricordino sempre di Anania e Saffira (cf. At 5,1-11), perché la morte che questi subirono nel corpo, essi e tutti coloro che commettono frode riguardo ai beni del monastero, non abbiano a soffrirla nell'anima. Negli stessi prezzi poi non si insinui il male dell'avarizia, ma si venda sempre a un importo alquanto inferiore a quello corrente tra gli altri secolari, perché in tutto sia glorificato Dio (1 Pt 4,11).