Gli evangelisti raccontano della prima predicazione di Gesù nella Galilea. Proprio in quella regione vi è la cittadina di Nàzareth, dove lo stesso Gesù aveva vissuto la sua infanzia e giovinezza. Anche il brano del vangelo di oggi racconta questa prima predicazione di Gesù. San Giovanni è stato l'ultimo evangelista, in ordine di tempo. E' lui che stupìto dice: è vero...: "Nessun profeta è accettato in patria". È la testimonianza dell'ostilità ed incomprensione riservate a Gesù da parte dei suoi più stretti concittadini. San Giovanni è testimone oculare ed attendibile di gran parte dei brani da lui riportati. Egli quindi, con tutta tranquillità riporta anche una diversa accoglienza che ha avuto Gesù, se non a Nazareth ma sempre nella stessa regione della Galilea. Egli è conosciuto ed è accolto con gioia. Ciò avviene a Cana, dove Gesù aveva operato il suo primo miracolo. Qui Egli incontra un funzionario del re. Guarisce il figlio che si trovava a Cafàrnao. Nella preparazione per la Santa Pasqua predisponiamoci spiritualmente ad accogliere con gioia Gesù riconoscendo i suoi prodigi di amore nella nostra vita. Le nostre case ed i nostri cuori, colmi dei doni messianici, simboleggiati dal vino cananeo, siano luoghi di vera gioia in Cristo.
Un novizio volle un giorno rinunciare al mondo. Disse all'anziano: "Voglio diventare monaco". L'anziano rispose: "Non ce la farai". L'altro disse: "Ce la farò". L'anziano disse: "Se realmente lo vuoi, va', rinuncia al mondo, poi vieni ad abitare nella tua cella. Egli se ne andò, donò ciò che possedeva, tenne per sé cento monete e tornò dall'anziano. L'anziano gli disse: «Va' ad abitare nella tua cella». Andò ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: «La porta è vecchia e deve essere sostituita». Andò dunque a dire all'anziano: «I miei pensieri mi dicono: La porta è vecchia e deve essere sostituita». L'anziano gli rispose: «Tu non hai ancora rinunciato al mondo; va', rinuncia al mondo, e poi abita qui». Se ne andò, donò novanta monete, ne tenne dieci e disse all'anziano: «Ecco, ho rinunciato al mondo». L'anziano gli disse: «Va', abita nella tua cella». Andò ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: «Il tetto è vecchio e deve essere rifatto». Andò dall'anziano: «I miei pensieri mi dicono: Il tetto è vecchio e deve essere rifatto». L'anziano gli disse: «Va', rinuncia al mondo». Il fratello se ne andò, donò le dieci monete e tornò dall'anziano: «Ecco che ho rinunciato al mondo». Mentre era nella sua cella i suoi pensieri gli dissero: «Ecco, tutto è vecchio, verrà il leone e mi mangerà». Espose i suoi pensieri all'anziano che gli disse: «Vorrei che tutto cadesse su di me e che il leone venisse a mangiarmi, per essere liberato dalla vita. Va', dimora nella tua cella e prega Dio».
QUALE DEVE ESSERE IL CELLERARIO DEL MONASTERO Tutti gli oggetti e tutti i beni del monastero li consideri come i vasi sacri dell'altare; e non ritenga nulla di poco conto. Non si lasci dominare dall'avarizia e neppure sia prodigo o sperperatore dei beni del monastero, ma faccia tutto con misura e secondo le direttive dell'abate. Soprattutto sia umile e a chi non può procurare la cosa richiesta dia una buona parola di risposta, come sta scritto: «Una buona parola vale più di ogni dono prezioso» (Sir 18,16-17). Tenga sotto la sua cura soltanto ciò che l'abate gli avrà affidato; non ardisca invece ingerirsi in ciò da cui l'abate lo avrà escluso. 1La quantità di cibo stabilita la serva ai fratelli senza alcuna arroganza e senza ritardi per non scandalizzarli, ricordando che cosa meriti, secondo la parola del Signore, chi scandalizza uno dei piccoli (Mt 18,6).