L'Autore della lettera agli Ebrei, nel descrivere l'efficacia e la forza della Parola di Dio, afferma: "la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa pènetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto". Quando i doni di Dio ci vengono offerti come doni e strumenti di salvezza o li accogliamo con gratitudine e li viviamo nella fede, o divèntano il nostro interiore tormento. Non si può impunemente opporre resistenza alla Luce. Essa mette a nudo le nostre incoerenze, ci scruta in profondità, svela i segreti dell'anima e tutto il bene che ci adorna, ma anche tutto il male che ci opprime. È per questo che scribi e farisei e gli stessi compaesani del Cristo, non possono resistere alle sue parole, si riempiono di sdegno e minacciano di gettare Gesù da un precipizio. L'orgoglio ferito si trasforma in minacciosa vendetta. Colui che proclama la verità deve tacere, chi osa toglierci la maschera, accuratamente modellata a protezione di eclatanti falsità, deve scomparire ed essere precipitato nel nulla. La falsità, la grettezza, l'ipocrisia si organizzano a fatica nell'animo umano; è un lavoro diuturno con cui le verità, anche quelle di Dio, si smontano pezzo a pezzo e a fianco si ricostruiscono false verità personali, sostitutive. La voce di Cristo si scontra violentemente con queste realtà umane. Non esistono possibilità di accomodamento o di compromesso. La verità è una e non può essere frammentata. Viene data gratuitamente ed è motivo di beatitudine, di grazia e di salvezza: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Il Signore è ancora vivo in mezzo a noi, la sua Parola palpita nel cuore e nella vita della Chiesa e dei suoi fedeli, ma ancora sono tanti coloro che si sentono interiormente disturbati da Cristo e dai suoi messaggeri. C'è ancora chi vorrebbe farci tacere e farci precipitare in un precipizio. Dobbiamo augurarci che lo steso Signore, cogliendoci superficiali e distratti se non addirittura ostili, non debba ripeterci con le stessa amarezza di allora: "Nessun profeta è ben accolto in patria".
Un anziano disse: «Giuseppe d'Arimatea prese il Corpo di Gesù e lo mise in una sindone monda e in un sepolcro nuovo, cioè in un uomo nuovo. Che ciascuno abbia gran cura di non peccare per non oltraggiare Dio che abita in lui, e per non scacciarlo dalla sua anima. La manna fu data a Israele per nutrirsi nel deserto, ma al vero Israele è stato dato il Corpo di Cristo».
QUELLI CHE SENZA AUTORIZZAZIONE TRATTANO CON GLI SCOMUNICATI Se un fratello, senza l'autorizzazione dell'abate oserà trattare in qualsiasi modo con il fratello scomunicato o parlare con lui o inviargli un messaggio, incorra nella pena di una eguale scomunica.