Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
12 - 18 Gennaio 2014
Tempo Ordinario I, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno II, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Venerdì 17 gennaio 2014

Il potere sulla terra di rimettere i peccati.

La guarigione del paralitico del vangelo di oggi offre spunti importanti riguardo al tema della fede. Si può notare innanzitutto che essa non è soltanto una questione personale. La fede delle quattro persone che hanno portato il malato davanti a Gesù, ha permesso questo incontro; incontro con Gesù che sana e salva. L'evangelista sottolinea che Gesù stesso nota la fede dei quattro e quindi si rivolge al paralitico per guarirlo. Un altro punto importante riguarda l'oggetto della preghiera da rivolgere a Gesù, nella fede. Tutti, in quel momento si sarebbero aspettati che Gesù guarisse il malato. La sua paràlisi fisica era evidente e su quella tutti avevano fissato lo sguardo. Forse non siamo troppo lontani dalla realtà a presumere che, in realtà, quel malato era bloccato nel suo letto per un altro tipo di paràlisi, non così visibile. Infatti il brano del Vangelo fa supporre che lui non volesse, o addirittura non gradisse, l'intervento di Gesù. Ecco allora come interviene Gesù, provocando lo scandalo, soprattutto in alcuni scribi. Gesù, infatti, pensa prima alla salvezza dell'anima. Non si dimentica delle sofferenze fisiche del malato, ma con questo atteggiamento indica la sua divinità ed esorta tutti a guardare le vere priorità della vita. Il Signore non dimentica mai le esigenze e le necessità di chi gli è intorno e di chi gli si rivolge con fede. Egli risponde sempre con generosità. Tante volte sembra che le nostre preghiere non siano esaudite. In realtà Egli vuole che noi, sempre nella nostra vita, riconosciamo la priorità delle cose.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Un giorno il santo padre Antonio, mentre sedeva nel deserto, fu preso da sconforto e da fitta tenebra di pensieri. E diceva a Dio: "O Signore! Io voglio salvarmi, ma i miei pensieri me lo impediscono. Che posso fare nella mia afflizione?". Ora, sporgendosi un po', Antonio vede un altro come lui, che sta seduto e lavora, poi interrompe il lavoro, si alza in piedi e prega, poi di nuovo si mette seduto ad intrecciare corde, e poi ancora si alza e prega. Era un angelo del Signore, mandato per correggere Antonio e dargli forza. E udì l'angelo che diceva: "Fa' così e sarai salvo". All'udire quelle parole, fu preso da grande gioia e coraggio; così fece e si salvò».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Non faccia preferenze di persone in monastero; non ami uno più dell'altro, eccetto chi avrà trovato migliore nelle buone opere e nell'obbedienza; non preferisca chi è nato libero a chi entra in monastero venendo dalla condizione servile, a meno che non ci sia un altro motivo ragionevole; che se, per dovere di giustizia, l'abate riterrà opportuno agire così, lo faccia per qualsiasi classe sociale; altrimenti ognuno conservi il proprio posto; perché, schiavi o liberi (Ef 6,8), tutti siamo uno in Cristo (Gal 3,28) e portiamo il medesimo peso della milizia e del servizio sotto un unico Signore: non vi è infatti presso Dio preferenza di persone (Rm 2,11); soltanto in una cosa possiamo distinguerci davanti a lui: se siamo trovati più umili e migliori degli altri nelle buone opere. Abbia dunque l'abate verso tutti uguale carità e, tenendo conto dei meriti di ciascuno, segua per tutti una medesima linea di condotta.

Cap.2,16-22.