Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
26 Maggio - 01 Giugno 2013
Tempo Ordinario VIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno I, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Martedì 28 maggio 2013

Noi abbiamo lasciato tutto...

Non si può dubitare della convinzione sincera di Pietro nell'affermare che "ha lasciato tutto". Seguire prontamente Gesù è stato certamente un atto di amore e di fiducia nel maestro... Tuttavia "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". Il Signore è esigente e ci vuole votati totalmente alla sua causa. Per questo è necessario che sappiamo valutare le nostre forze. Ci dice un santo dottore: "Non lascia nulla chi non lascia se stesso". Pietro e gli apostoli sono ancora bramosi dei primi posti... Urge la necessità di non farci ingannare dalle apparenze e dal sottile rifiorire dell'egoismo che è così difficile a morire! Anche se il Signore accoglie come vero quanto afferma Pietro, forse non sarebbe fuori posto un po' di umiltà e di timore quando facciamo le nostre assicurazioni di fedeltà agli impegni presi sia come anime consacrate sia come discepoli del suo vangelo. L'adesione piena alla volontà del Signore dovrebbe guidare tutte le nostre scelte anche quando ciò comporta la rinuncia ai nostri programmi di vita. Alla supremazia del Signore ci richiama anche il Siràcide quando dice: "Non presentarti a mani vuote dinanzi al Signore!" Non perché egli abbia bisogno di qualche cosa: tutto è suo. Ma la creatura ha il dovere di riconoscere che tutto ciò che è e che ha, è dono gratuito della benevolenza del Creatore. Da qui la riconoscenza e il ringraziamento.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Raccontava del padre Dioscuro, che mangiava pane d'orzo e farina di lenticchie. Ogni anno si proponeva le pratiche di una nuova disciplina. Diceva: "Non avrò incontri con nessuno quest'anno", oppure: "non parlerò", oppure: "Non mangerò nulla di cotto", o ancora: "non mangerò frutta e verdura". Faceva così tutte le pratiche possibili, non faceva in tempo a compierne una che ne inizia un'altra. E ciò avveniva ogni anno.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FIGLI DEI NOBILI E DEI POVERI

Se per caso un nobile vuole offrire il proprio figlio a Dio nel monastero e il fanciullo è ancora in tenera età, i genitori scrivano la carta di petizione, di cui abbiamo parlato sopra; e insieme alle offerte della Messa avvolgano nella tovaglia dell'altare la stessa petizione e la mano del fanciullo; e così lo offrano.

Cap.59,1-2.