Dai grandi del mondo ci attendiamo sempre lusinghe e spesso vere e proprie bugie. «Si dicono menzogne l'uno e l'altro, parlano con cuore doppio», dice un salmista. Gesù è la Verità. Egli l'incarna nella sua natura umano - divina, la testimonia con la forza convincente dei segni e prodigi che opera, la conferma con i suoi esempi, l'annuncia come dono per gli uomini. La gente umile e semplice lo segue e l'ascolta edificata ed affascinata dalla sua dottrina: «Egli parla con autorità e non come i loro scribi». Eppure i soliti nemici dichiarati del Signore, accecati dall'orgoglio e dall'invidia, non smettono di tramare, contestare ed accusare il Cristo. «Gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce», dice san Giovanni. Chi non segue Cristo, luce vera che illumina ogni uomo, cammina nelle tenebre e non ha la luce della vita. Il Cristo - Luce non brilla agli occhi di coloro che vivono nelle tenebre. Il giudizio secondo la carne non riuscirà mai a penetrare i segreti e i misteri di Dio. Secondo il diritto antico, dalla testimonianza di due si asseriva e scopriva la verità: per questo Gesù afferma: «Io do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi da testimonianza». È Dio stesso la fonte della Verità, nella sua infinita perfezione, ma chi non conosce il Padre non conosce neanche il Figlio. Tutta la storia del nostro mondo e della nostra umanità è contrassegnata dal continuo contrasto tra verità e menzogna, tra il bene e il male. Il male e la bugia hanno i propri urli e schiamazzi e talvolta sembra possano prevalere, ma la nostra fede ci dice che niente e nessuno potrà mai oscurare le verità inconfutabili di Dio. Lo stesso Cristo afferma solennemente: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». Il compito di rendere vive le verità del Vangelo e vivo lo stesso Cristo spetta a noi cristiani, spetta alla Chiesa, spetta in modo speciale a tutti coloro che hanno avuto la missione di essere gli annunciatori della Verità.
Un anziano disse: «Se vuoi vivere, o uomo, secondo la legge di Dio, avrai per protettore l'autore stesso di quella legge».
RIVERENZA NELLA PREGHIERA Se, quando vogliamo presentare qualche richiesta ai potenti, non osiamo farlo se non con umiltà e rispetto, quanto più al Signore Dio dell'universo dobbiamo rivolgere le nostre suppliche in tutta umiltà e purezza di devozione! E noi sappiamo che saremo esauditi non per le molte parole, ma per la purezza del cuore e le lacrime di compunzione. Perciò la preghiera deve essere breve e pura, a meno che non venga prolungata per il fervore ispirato dalla grazia divina. Ma lorazione che si fa in comune sia assolutamente breve e, dato il segnale dal superiore, si alzino tutti insieme.