Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
24 Febbraio - 02 Marzo 2013
Tempo di Quaresima II, Colore viola
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Domenica 24 febbraio 2013

Questi è il mio Figlio diletto: ascoltatelo!

Il celebre racconto delle promesse divine rivolte ad Abramo si era iniziato con una disposizione categorica: “Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò”. Questo ordine di rinunziare ad ogni vincolo sociale e familiare è stato imitato nel corso dei secoli da quanti hanno accettato di dedicarsi totalmente a Dio in una scelta di vita consacrata. Nella narrazione trasmessa dal libro della Genesi, i tre settori di azione di Dio erano stati indicati: la promessa di una posterità innumerevole; quanti accetteranno la storia della salvezza saranno figli della promessa; infine, nella discendenza di Abramo e dei figli della promessa, saranno incluse tutte “le famiglie della terra”. Giunto a destinazione, Abramo offre un sacrificio, che lo mette in una relazione giusta con Dio, con un rito di giuramento: Dio si impegna in modo irrevocabile. La Quaresima ci aiuta ad approfondire le radici della vocazione. Tutto questo perché "il Signore è mia luce e mia salvezza". Poi, nella seconda lettura il breve estratto della lettera di San Paolo ai Filippèsi che è un riassunto di una catechesi battesimale in uso agli inizi della Chiesa. Alcuni sono nemici della Croce di Gesù e sono intenti alle cose della terra; altri hanno scelto la patria dei cieli. Per questi, Cristo salvatore trasfigurerà il corpo mortale “in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose”. Il cristiano rivive l'incarnazione, la morte e la risurrezione del Signore: la spiritualità quaresimale è centrata sul ruolo di Cristo nella storia sacra, e ci fa desiderare di raggiungere la mèta: la fedeltà conduce a quell'incontro. Il centro della Quaresima è Gesù Cristo, maestro di vita e redentore. Lo vediamo nell'episodio della trasfigurazione. In quel brano è presente la prima professione di fede di San Pietro e l'annuncio da parte di Gesù della sua passione e della necessità di seguirlo portando la croce. I ricordi delle antiche manifestazioni divine dichiarano implicitamente che Gesù, accompagnato da Mosè ed Elia, realizza la pienezza della Legge e dei Profeti, e pertanto egli è la guida dell'umanità verso una pienezza di fede in Dio. Gesù sale sul monte per pregare in disparte: nel colloquio con il Padre avviene la conferma del suo destino. La nube luminosa, con la voce divina, attesta che Dio è presente per ratificare la missione del “Figlio mio l'eletto; ascoltatelo”. Scendendo dal monte, il cammino si riprende nella fede; ormai ascoltare Cristo significa obbedire alla sua voce. Lo stesso San Benedetto incoraggia: “Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro e tendi l'orecchio del tuo cuore, accogli volentieri l'ammonimento del padre affettuoso ed esaudiscilo con impegno” (Regola, prologo).


Apoftegmi - Detti dei Padri

Dio ascolta realmente la nostra povera voce, le nostre fragili parole.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Ecco, quando il monaco avrà asceso tutti questi gradini dell'umiltà, allora giungerà a quell'amore che, essendo perfetto, scaccia via il timore (1 Gv 4,18); e per mezzo di esso tutto ciò che prima osservava non senza una certa paura, comincerà ora a compierlo senza alcuna fatica ma quasi naturalmente, come per abitudine, non già per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Tutto questo il Signore si degnerà di mostrare, per mezzo dello Spirito Santo, nel suo operaio ormai purificato dai vizi e dai peccati!

Cap.7,67-70.