Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
28 Ottobre - 03 Novembre 2012
Tempo Ordinario XXX, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Sabato 03 novembre 2012

“Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”.

Il Vangelo di oggi ci riferisce di un certo lavoro che, questa volta, Gesù proibisce egli stesso a tutti, non solo nel giorno di sabato, ma sempre. Entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare, stava a vedere come la gente si sistemava, e vide appunto che tutti miravano ai primi posti. Questo è un lavoro che tutti sappiamo fare molto bene, ed è un lavoro che rende e piace, perché i primi posti significano esaltazione, proprio prestigio, onorificenze. Di fronte a questa gara individuale nei confronti degli altri, Gesù propose loro con la parabola degli invitati a nozze di scegliere gli ultimi posti; così che “venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. La proposta di Gesù non è una semplice regola di educazione, né stratagemma per migliorare la propria posizione. E' invece la rivelazione del giudizio di Dio, che valuta in modo opposto al nostro. E' quanto Gesù ci ha manifestato e ciascuno di noi è chiamato a vivere. Egli ha scelto l'ultimo posto, si è fatto servo di tutti e si è umiliato. Suoi amici sono quanti fanno altrettanto. Questa umiltà è un atteggiamento religioso che ha a che vedere con il posto nel banchetto del regno di Dio, che umilia il superbo e innalza l'umile, come cantò la Vergine Maria nel suo Magnificat. Solo l'umile dà gloria a Dio e riceve da lui gloria. Il superbo invece dà gloria al proprio io e resiste a Dio. L'ultimo è il posto di Dio: lì troveremo Gesù, nostro Maestro. E questo è il motivo per cui Dio ama gli ultimi. Solo questi partecipano al banchetto del Regno, che la misericordia del Padre imbandisce per il figlio perduto e ora ritrovato.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Dicevano dell'Abba Agatone che si mise per tre anni una pietra in bocca, finché non imparò a tacere.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL LAVORO MANUALE QUOTIDIANO

Soprattutto è necessario incaricare uno o due anziani, i quali facciano il giro del monastero nelle ore in cui i fratelli devono dedicarsi alla lectio divina, per vedere se per caso non ci sia qualche fratello accidioso che si dà all'ozio o alle chiacchiere e non è intento alla lettura; e così non solo è inutile a se stesso ma distrae anche gli altri. Se lo si trovasse - non sia mai! - un tipo così, lo si rimproveri una prima e una seconda volta; se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare con tale severità che gli altri ne abbiano timore. Né un fratello si intrattenga con un altro nelle ore non permesse.

Cap.48,17-21.