Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
22 - 28 Luglio 2012
Tempo Ordinario XVI, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Giovedì 26 luglio 2012

Il grido di Dio...

«Ho conosciuto una volta un uomo che era in psicanalisi. Lo studio del suo medico era di fronte ad un vecchio ospedale psichiatrico in mattoni rossi, situato nella parte più vecchia della città. Un giorno, come faceva regolarmente da alcuni anni, il mio amico scese lungo la strada per raggiungere la macchina posteggiata davanti all'ospedale. All'improvviso udì provenire dall'ultimo piano un grido che gli fece raggelare il sangue, un grido che sembrava esprimere il dolore più profondo che possa provare una persona. Questo suono gli si impresse nell'anima. Il giorno dopo, di nuovo sul divano, raccontò al medico di quel grido. Il terapeuta, con stupore del mio amico, si meravigliò che egli ne parlasse. “Vuol dire che l'ha sentito solo ora?” chiese il dottore. “Dopo tutti questi anni? Tutti quelli che gridano è lì che li mettono, all'ultimo piano, dall'altra parte della strada”. E il mio amico mi disse che da quel giorno era riuscito quasi sempre a sentire quelle grida. “Le grida sono tutt'intorno a noi” rifletté più tardi “e aspettano le nostre orecchie, i nostri occhi e le nostre mani”». Questo racconto di Kushner, tratto da “In quel luogo c'era Dio e io non lo sapevo”, è un ottimo commento al Vangelo di oggi. Succede spesso nell'Antico Testamento che Dio parla e la sua voce può incutere tremore oppure, come capita nel Nuovo, può rimanere del tutto inascoltato. Il passo di Matteo dice che occorre compiere uno sforzo perché ciò che si ode penetri nell'intelligenza e nel cuore. La passività o meglio l'indolenza nei confronti della parola di Dio sono delle colpe che si pagano con l'indurimento del cuore, vale a dire con il rimanere in una dimensione superficiale in rapporto alle persone e agli avvenimenti. Bisogna allenarsi quindi all'ascolto e all'approfondimento. Il Signore per manifestarsi richiede che dentro di noi si compia un esodo verso il deserto e lì “parlerà al nostro cuore”.


Santi Gioacchino ed Anna
Mem. fac.

LETTURE: Sir 44, 1.10-15; Sal 131; Mt 13, 16-17.

Scrutare il piano di Dio

La memoria dei genitori di Maria di Nazareth, non è una pia devozione, ma, seguendo la liturgia, è un modo per riflettere sulle radici della nostra salvezza. Essa, infatti, non è qualcosa che accade all'improvviso e senza nessuna preparazione, ma tutto avviene con gradualità. Scopriamo, quindi, che Dio ha educato il suo popolo ed ha chiamato persone (i re, i profeti, i sacerdoti) perché più da vicino collaborassero alla sua opera, ha cercato gente semplice perché comprendesse appieno i suoi disegni, ha ordinato tutto secondo il bene e la realizzazione del suo progetto. Capire questo, vuol dire considerare i santi, come quelli proposti oggi, nell'ottica di Dio e non in una mera prospettiva umana: non sono solo intercessori, ma persone concrete che hanno vissuto la loro storia personale e sociale leggendo tutto in una prospettiva di fede, nella speranza di vedere la salvezza.

Apoftegmi - Detti dei Padri

E' secondo l'insegnamento del nostro Salvatore Gesù Cristo che i monaci di Egitto regolano la loro condotta di vita... Li si può vedere disseminati nel deserto, aspettare Cristo come dei veri figli aspettano il padre, o come un esercito attende l'imperatore, o come dei servi attendono il loro padrone e liberatore. Tra di loro non vi è preoccupazione alcuna, non vi è preoccupazione per il vestito, per il cibo, ma solo, nel canto, l'attesa della venuta di Cristo.

Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell'uomo.

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Anzitutto, amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze. Poi, il prossimo come se stesso. Quindi non uccidere. Non commettere adulterio.
Non rubare. Non avere desideri impuri. Non dire falsa testimonianza. Onorare tutti gli uomini. E non fare agli altri ciò che non si vuole fatto a sé stesso.

Cap.4,1-9.