Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
04 - 10 Marzo 2012
Tempo di Quaresima II, Colore viola
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Sabato 10 marzo 2012

Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

La parabola del figliol prodigo è certo la storia di tutti. E' molto facile ritrovarci nei pensieri, nelle scelte, nell'esperienza di questo giovane. Ci sono i passi che lo allontanano dalla casa paterna, metaforicamente da Dio, senza rimpianti, perché ha un forte desiderio di libertà, di essere veramente se stesso, libero da ogni legame. Quando un uomo vuole gestirsi la vita a modo suo, secondo le proprie sensibilità, pensa sempre che la vicinanza di Dio gli impedisca di vivere tutta la sua libertà; vede Dio come qualcuno che gli toglie ingiustamente qualcosa. L'attuale Papa ci ha detto: "Dio non ci toglie nulla". Il predecessore: "Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo". Ma il peccatore ha un'altra logica. "Radunò ogni cosa e partì per un paese lontano". I suoi passi sono passi di fuga incosciente. Porta via tutto, ma non l'amore del padre, che gli appariva in quel momento ingombrante. Può vivere di quanto ha, ma non per tanto tempo. Si fa estraneo perfino a se stesso. Poi accadono molte cose, che lo frastornano alquanto e lo maturano. Nasce la nostalgia per la casa paterna. "Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza". Sa che ancora conta nel cuore del padre, nutre la speranza che il padre lo accolga almeno come servo alla stregua degli altri. Dio non è offeso perché il figlio ha sciupato il patrimonio, ma soffre unicamente perché il figlio esce di casa e si sottrae al suo amore. Per perdonarlo non ha bisogno di nulla: basta che il figlio capisca e torni a casa. Beati i passi del ritorno! "Mentre egli stava ancora lontano, il padre lo vide e si commosse e, messosi a correre, gli si gettò al collo e lo baciò" e lo rivestì della dignità perduta e invita tutti a far festa. "Si fa più festa in cielo per un peccatore che si pente che per novantanove giusti". Il fratello maggiore a tanta festa rimane grandemente indignato e rinfaccia al padre le presunte ingiustizie subìte, non ultima, l'accoglienza di questo figlio, ormai non più suo fratello. Il padre anche per lui esce di casa, manifestando che lo portava nel suo cuore, "Tu sei sempre con me". Siamo sui passi del fratello maggiore, che per non sentirci fratelli, perdiamo la paternità? A Pasqua saremo capaci di gioire, anche con quelli che noi riteniamo immeritevoli di premio e incapaci di bene? Che cosa abbiamo fatto per meritare il perdono del Signore?


Apoftegmi - Detti dei Padri

"Abba Poimen disse: 'Al cenobio sono necessarie tre attività: una è quella dell'umiltà, un'altra è quella che tende all'obbedienza e un'altra è quella che muove e pungola in vista dell'opera cenobitica".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUANTI SALMI DEVONO DIRSI IN QUESTE ORE

Per la sinassi dei Vespri si cantino quattro salmi con le antifone; 8dopo questi si dica la lettura, quindi il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania, l'Orazione del Signore e si concluda. Compieta infine consista nella recita di tre salmi, di seguito, senza antifona; segua l'inno proprio di questa Ora, una lettura, il versetto, il Kyrie eleison e con la benedizione si concluda.

Cap.17,7-10.