Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
04 - 10 Marzo 2012
Tempo di Quaresima II, Colore viola
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Domenica 04 marzo 2012

Gesù trasfigurato e sfigurato.

Racconta l'evangelista Marco che Gesù cominciò a parlare apertamente delle sue sofferenze, della sua passione ai suoi discepoli per chiarire la sua vera identità: è il Messia, sì, come ha confessato Pietro per ispirazione del Padre, ma un Messia che va verso la morte, conforme all'immagine del servo sofferente. Queste due immagini: trasfigurato e sfigurato, Gesù le mostra sul monte in una luce irradiante alla presenza di tre suoi discepoli. Il candore e la luce sfolgorante della sua persona rievocano le visioni del profeta Daniele, mentre la presenza di Elìa e di Mosè, che parlavano con lui del suo esodo, indicano in Gesù il compimento della Legge e dei Profeti. Essi avevano avuto al tempo loro il privilegio di vedere la gloria di Dio in vista di una missione difficile da compiere per il popolo. Ora tutto questo si assomma, s'incarna nella persona di Gesù, elevato in autorità dalla voce del Padre: "Questi è il mio Figlio prediletto; ascoltatelo". I tre discepoli raccolgono tale testimonianza per comunicarla ai credenti, come dirà Pietro: "Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo, mentre eravamo con lui sul santo monte". Perché Gesù fece questo? Per imprimere nella mente dei discepoli un'immagine gloriosa, potente che potesse galvanizzare la tragicità degli eventi successivi e nello stesso tempo mostrare che nella povertà, nella sofferenza, nella passione Dio resta onnipotente e potevano credere alla promessa, anche se appariva umanamente impossibile. Come reagiscono gli apostoli? Pietro, ancora una volta esce fuori con una risposta tanto umana: "Facciamo tre tende e restiamo qui". Pietro cede alla tentazione di chi vorrebbe fermare la vita ai momenti belli e straordinari, rifiutando di vivere tutto il cammino della vita umana che include un po' per tutti anche la croce. Cessata la visione, Gesù torna ad essere quello di prima. Qualcosa di confuso e di mesto però rimane nel cuore dei discepoli. In seguito Pietro e i suoi compagni capiranno e crederanno. Gesù è il Figlio di Dio che il Padre ha dato per noi. Egli ci coinvolge come fratelli nel mistero del suo dono, affinché giunga anche per noi la vita nella luce.


Apoftegmi - Detti dei Padri

La lotta della preghiera.

«I fratelli chiesero al padre Agatone: "Padre, nella vita spirituale quale virtù richiede maggior fatica?". Dice loro: "Perdonatemi, ma penso che non vi sia fatica così grande come pregare Dio. Infatti, quando l'uomo vuole pregare, i nemici cercano di impedirlo, ben sapendo che da nulla sono così ostacolati come dalla preghiera. Qualsiasi opera l'uomo intraprenda, se persevera in essa, possederà la quiete. La preghiera invece richiede lotta fino all'ultimo respiro"».

Agatone

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE NEI GIORNI FERIALI

Nei giorni feriali le Lodi mattutine si celebrino in questo modo: si dica il salmo 66 senza antifona, rallentando un po' come la domenica, in modo che tutti si trovino presenti al salmo 50 da dirsi con l'antifona. A questo seguiranno altri due salmi secondo la consuetudine e cioè: al lunedì, i salmi 5 e 35; 5al martedì, il 42 e il 56; 6al mercoledì, il 63 e il 64; 7al giovedì, l'87 e l'89; al venerdì, il 75 e il 91; al sabato, il salmo 142 e il cantico del Deuteronomio diviso in due Gloria. 10Negli altri giorni il cantico dei Profeti si dica ciascuno al giorno suo, secondo l'uso della Chiesa Romana. Seguano quindi le laudes (i salmi 148-149-150), una lettura dell'Apostolo da recitarsi a memoria, il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania; e così si termini.

Cap.13,1-11.