«A chi paragonerò io questa generazione?» Così Gesù chiede alla folla che lo stava ascoltando, qualificando la generazione di quell'epoca come degli spettatori di fronte agli eventi concreti, di godimento o di lamentazione. Questo atteggiamento di passibilità, presenta un clima di totale distacco dalla realtà presente. Perciò Gesù richiama al senso del sacrificio e del coraggio nell'affrontare le difficoltà dell'incomprensione. L'indurimento del cuore nell'ascoltare la Parola di Dio è espressione d'immaturità spirituale. Questa generazione capricciosa per mancanza di discernimento, non accoglie la verità della buona novella. Tanto la fede in Gesù, quanto la predicazione di Giovanni Battista, non è capita né accettata da questo popolo. Addirittura, questa generazione li giudica in modo del tutto insolito. Naturalmente, per comprendere Gesù ci vuole ben altro che la cortese attenzione che mal dissimula la sopportazione di una regola morale ritenuta troppo severa. Per noi battezzati, la luce e la vita sono frutti della venuta di Gesù. Egli è disceso dal cielo per portare agli uomini la verità e annunziare la lieta novella del Regno dei cieli, però non era compreso da tutti, perché non era venuto a proporre una dottrina di prosperità temporale, né di godimenti terreni; non era venuto neanche ad assecondare l'ambizione e l'egoismo, ma a dare la comunione con Dio a tutto il creato. In questo tempo di Avvento, per avere la forza di seguire e capire Gesù, occorre purificare la propria anima e possedere nel cuore quell'intenso desiderio di conversione e di perfezione per giungere alla santità.
Il padre Isaia disse: "se uno vuole rendere male per male, può ferire la coscienza del fratello anche con un solo cenno".
L'ORDINE DELLA COMUNITÀ Dovunque i fratelli si incontrano, il più giovane chieda la benedizione al più anziano; quando passa un anziano, il più giovane si alzi e gli ceda il posto a sedere e non ardisca sedersi di nuovo se non glielo permette l'anziano; in modo che si avveri ciò che sta scritto: «Gareggiate nello stimarvi a vicenda» (Rm 12,10). I fanciulli più piccoli e gli adolescenti nell'oratorio e a mensa mantengano con ordine i posti stabiliti; fuori poi e in qualunque altro luogo siano sotto sorveglianza e disciplina, finché non arrivino all'età della discrezione.