I profeti, perché ispirati e inviati da Dio, hanno la capacità di guardare lontano oltre il tempo. Non potendo però definire date certe usano i verbi al futuro o si limitano a dire in "quel giorno". Senza distogliere lo sguardo dagli eventi quotidiani essi contemplano l'evento per eccellenza: addìtano e intravedono una venuta per una promessa sancita sin dal principio, una universale e definitiva liberazione a lungo agognata. Sanno che l'attesa finirà e l'Atteso verrà: "Certo, ancora un po' e il Libano si cambierà in un frutteto", - da ciò che è sterile e infecondo sgorgheranno frutti abbondanti - in quel giorno, San Paolo dirà: "nella pienezza dei tempi, "Udranno i sordi le parole di un libro; ... gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno, i più poveri gioiranno nel Santo di Israele. Perché il tiranno non sarà più, sparirà il beffardo". E Gesù per rispondere al dubbio se è Lui il Messia o bisogna ancora attendere, attualizzando in sé tutte le profezie, così risponde ai discepoli di Giovanni: "I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella". La prodigiosa guarigione dei due ciechi, che oggi implorano la pietà di Gesù, assume un chiaro significato messianico. L'Atteso delle genti viene a portare la luce della fede, a ridare la vista ai ciechi. Quelle guarigioni sono l'anticipazione di quella universale irrorazione di grazia che Gesù, Luce del mondo, viene a donare a tutti gli uomini. Il nostro personale recupero della vista dell'anima è avvenuto nel giorno del nostro battesimo: i nostri cari hanno attinto la luce al cero pasquale per far ardere la nostra candela, la fede della vita. È simile alla lampada della dieci vergini quella candela; per ardere deve essere rifornita di olio in continuità, altrimenti si spegne. Il santo Natale è un ottima occasione per fare un abbondante e gratuito rifornimento.
Abba Epifanio disse: "Ai peccatori che si pentono, come alla peccatrice, al ladrone e al pubblicano, il Signore perdona tutto il debito. Ma ai giusti chiede anche gli interessi. Ecco cosa significa ciò che disse agli apostoli: se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli scribi e dei farisei non entrerete nel regno dei cieli".
I MONACI PELLEGRINI E se in seguito vorrà fissare lì la sua stabilità, non si respinga questo suo desiderio, tanto più che nel periodo dell'ospitalità si è potuto ben conoscere il suo tenore di vita. Ma se, mentre è stato ospite, si è dimostrato pieno di esigenze o di difetti, non solo non deve essere aggregato alla comunità, ma anzi gli si dica con garbo di andarsene, perché le sue miserie non contagino anche gli altri. Se invece non è tale da meritare di essere allontanato, non solo se lo chiede lui sia associato alla comunità, ma anche si insista perché rimanga, in modo che gli altri siano edificati dal suo esempio: infatti in ogni luogo si serve un solo Signore e si milita sotto un unico Re.