Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
26 Giugno - 02 Luglio 2011
Tempo Ordinario XIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno I, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Venerdì 01 luglio 2011

...e imparate da me che sono umile di cuore...

Davanti agli occhi abbiamo oggi Gesù e il suo cuore, Gesù appeso sulla Croce con il cuore trapassato dalla lancia. E dal suo cuore uscirono sangue ed acqua. Dobbiamo andare da lui, se abbiamo sete e in modo particolare se abbiamo sete di Dio. Perché solo lui è in grado, solo lui può dissetare la nostra sete. «Chi li ha sete venga a me e beva, venga da me chi crede in me». E Giovanni aggiunge: «fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Ecco la profezia che Giovanni inserisce nel suo vangelo, la profezia di cui il compimento celebriamo nella festa di oggi, quel seno..., quel fianco trafitto..., dal quale uscirono sangue ed acqua. Che cosa significa questa acqua, l'acqua che sgorga dal suo seno, dal suo cuore. Padri della Chiesa, i Padri antichi vi hanno visto molti significati simbolici. Ma proviamo, prima di rimanere nel Vangelo, rimanere in Giovanni, nello stesso Vangelo, per vedere la simbologia di Giovanni. In Giovanni l'acqua designa lo spirito. Dice Giovanni: «fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno» e continue Giovanni, spiega: «questo lo disse riferendosi dallo spirito Santo che avrebbero ricevuto i credenti in lui». Ecco, il sangue e l'acqua che escono dal cuore di Cristo significano, sono quel sacrificio di Gesù, sacrificio nel quale egli ci dona lo spirito di Dio, lo spirito di verità, lo spirito dell'amore. Il sangue esprime quel sacrificio di Gesù, in cui egli ha accettato la volontà del padre, ha accettato di morire per noi, per il nostro peccato, per la nostra salvezza, è tutto per amore. E oggi celebriamo questo amore, l'amore trafitto, l'amore che è stato riversato nei nostri cuori, che ci ha meritato la salvezza, che ci ha liberarti dal male, ci ha riconciliati con il padre, ma ci ha fatto anche capire che in questo suo cuore trafitto tutti noi siamo fratelli. Dobbiamo ricordarci che è Giovanni che ce lo ricorda, quel discepolo amato da Gesù, quel discepolo che ha avuto il privilegio di sentir pulsare quel cuore, quando all'ultima cena aveva posato il suo capo sul cuore, sul petto di Gesù. Ha sentito pulsare quel cuore che da lì a poco avrebbe dovuto essere trapassato dalla lancia, per darci il suo spirito. Chiediamo oggi a Dio questo spirito, Spirito di Gesù, lo spirito di Dio, lo spirito di verità, lo spirito di amore. Possiamo anche noi sincronizzarci con i suoi battiti perché questo cuore, anche se è stato trapassato da una lancia, anche se ha effuso il sangue e l'acqua, quel cuore vive ancora, batte ancora, batte per noi.


Consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù

O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, guarda a noi umilmente prostrati dinanzi al tuo altare. Noi siamo tuoi e tuoi vogliamo essere: e per poter vivere a te più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi spontaneamente si consacra al tuo Sacratissimo Cuore.
Molti purtroppo non ti conobbero mai; molti, disprezzando i tuoi comandamenti, ti ripudiarono. O benignissimo Gesù, abbi misericordia degli uni e degli altri, e attira tutti al tuo Cuore Santissimo.
O Signore, sii il Re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da te, ma anche dei figli prodighi che ti abbandonarono; fa' che questi quanto prima ritornino alla casa paterna.
Sii il Re di coloro che vivono nell'inganno dell'errore o per discordia da te separati; richiamali al porto della verità e all'unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore.
Elargisci, o Signore, incolumità e libertà sicura alla tua Chiesa, elargisci a tutti i popoli la tranquillità dell'ordine; fa' che da un capo all'altro della terra risuoni quest'unica voce: sia lode a quel Cuore divino, da cui venne la nostra salvezza; a Lui si canti gloria e onore nei secoli. Amen".

Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Giovanni il Nano disse: "Chi è più forte del leone" Eppure, spinto dal ventre cade in trappola e tutta la sua forza viene umiliata".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NON TUTTE LE NORME PER LA PERFEZIONE SONO CONTENUTE IN QUESTA REGOLA

Tu dunque, chiunque tu sia, che ti affretti verso la patria celeste, metti in pratica, con l'aiuto di Cristo, questa minima Regola quale semplice inizio di vita monastica; e allora, con la protezione di Dio, giungerai a quelle cose più alte che abbiamo sopra ricordato: le vette della dottrina e della virtù. A CHI ATTUA QUESTO, SI APRIRÀ IL REGNO DEI CIELI. AMEN.

Cap.73,8-9.