Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
13 - 19 Marzo 2011
Tempo di Quaresima I, Colore viola
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Domenica 13 marzo 2011

Cristo Gesù ha vinto il mondo!

Da Adamo fino ad oggi, l'uomo, capace di intendere e di volere perché fatto somigliante a Dio suo creatore, è soggetto alla prova, alla tentazione e di conseguenza al pericolo di peccare. La seduzione originaria, la più forte è sempre quella di spezzare ogni vincolo di dipendenza dal nostro Creatore nella illusione di poter così godere la pienezza della libertà e diventare come Lui. Ora invece sappiamo bene quello che ci è accaduto e ci accade: ci siamo ritrovati disorientati, spauriti e nudi, fuori dell'ambito dell'amore, fuori del paradiso terrestre. Il maligno continua a fare la sua parte: vuole ancora indurci al male per condurci nel suo regno di odio e di morte eterna. Egli è dichiarato nemico di Dio, nemico dell'uomo, nemico della vita e di tutto ciò che è bene e bello. Il suo obiettivo è quello di distruggere, di annientare l'opera di Dio, cominciando proprio dell'uomo. Gesù, nuovo Adamo, prima di iniziare la sua missione, si sottopone volontariamente alle più violente tentazioni nella desolazione del deserto, dopo un lungo ed estenuante digiuno. Satana fa appello alla divinità di Gesù e alla sua onnipotenza sollecitandolo a cambiare le pietre in pane. Gesù in vero moltiplicherà i pani, ma non a suo uso e consumo e non come spettacolarizzazione delle sue virtù divine. Non si lascia sedurre dall'eventuale possesso dei beni terreni colui che ne è l'autore supremo: tutto ciò che esiste è stato farro per mezzo di Cristo! Egli, Verbo, Parola e Verità non cade nel tranello di una falsa interpretazione della scrittura sacra. Gli angeli accorrono sì a servirlo, ma non a trattenerlo da un gesto folle come quello di gettarsi dal pinnacolo del tempio. A ben riflettere le tentazioni di Gesù sono il prototipo di tutte le nostre tentazioni. Egli permette che satana lo tenti affinché la sua vittoria diventi la nostra vittoria sul male. Egli sta già iniziando in modo palese la sua opera di redentore dell'uomo. "Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo", ho vinto il male del mondo vuole dirci il Signore. Quante volte il dilagare del male, gli eventi catastrofici ci vorrebbero convincere di essere sopraffatti e perdenti o ancor peggio di attribuire al buon Dio ciò che opera del Maligno, al quale noi abbiamo spalancate le porte e dato ogni potere! Quante volte il male che si annida nei nostri cuori, vorrebbe fare della nostra vita una tomba! E' vero, è spesso difficile trovare un senso, una luce in ciò che succede intorno (persino dentro) a noi. Eppure Gesu' insiste con la sua folle promessa. Sentendo il suo Spirito in noi forse possiamo tentare di accendere un lumino di senso nel mondo che ci circonda. Questa è la luce vera che lo stesso Cristo ci ha donato, questa luce dobbiamo spargere nel mondo di oggi.


Dal «Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo

In Cristo siamo stati tentati e in lui abbiamo vinto il diavolo

«Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera» (Sal 60, 1). Chi è colui che parla? Sembrerebbe una persona sola. Ma osserva bene se si tratta davvero di una persona sola. Dice infatti: «Dai confini della terra io t'invoco; mentre il mio cuore è angosciato» (Sal 60, 2). Dunque non si tratta già di un solo individuo: ma, in tanto sembra uno, in quanto uno solo è Cristo, di cui noi tutti siamo membra. Una persona sola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra? Dai confini della terra non grida se non quella eredità, di cui fu detto al Figlio stesso: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra» (Sal 2, 8). Dunque, è questo possesso di Cristo, quest'eredità di Cristo, questo corpo di Cristo, quest'unica Chiesa di Cristo, quest'unità, che noi tutti formiamo e siamo, che grida dai confini della terra. E che cosa grida? Quanto ho detto sopra: «Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t'invoco». Cioè, quanto ho gridato a te, l'ho gridato dai confini della terra: ossia da ogni luogo. Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia. Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande gloria, ma in mezzo a grandi prove. Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova. Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute. Dunque egli ci ha come trasfigurati in sé, quando volle essere tentato da Satana. Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l'umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria. Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato. (Sal 60, 2-3; CCL 39, 766)

Apoftegmi - Detti dei Padri

«Abba Teodoro di Ferme – riporta un detto – interrogò abba Pambo: "Dimmi una parola!". Con molta fatica gli disse: "Teodoro, va', abbi misericordia di tutti, perché la misericordia trova fiducia presso Dio"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI

Recitato così l'intero salmo in due giorni, cioè la domenica e il lunedì, a Terza, Sesta e Nona del martedì si dicano tre salmi per volta, dal 119 al 127, complessivamente nove salmi; e questi si ripetano sempre uguali alle stesse Ore fino alla domenica, mantenendo invariata per tutti i giorni la disposizione degli inni, delle letture e dei versetti; e così la domenica si comincerà sempre dal salmo 118.

Cap.18,8-11.