Ieri la liturgia ci ha ricordato la nascita prodigiosa di Giovanni Battista ed in concomitanza la fine del mutismo del padre Zaccaria. Oggi siamo invitati a pregare con lui il suo splendido cantico di lode al Signore. Egli assume la veste del profeta che ha la gioia di poter vedere e costatare che tutte le realtà tanto a lungo sperate ed attese si stanno realizzando, «Come aveva promesso. Ha visitato e redento il suo popolo», così Zaccaria benedice il Signore Dio d'Israele. È motivo di lode al Signore la sua fedeltà nei nostri confronti, una fedeltà ad un patto di alleanza mai rispettato dal suo popolo, mai violato dal Signore. Egli «Si è ricordato della sua santa alleanza». Dinanzi all'infedeltà il Signore non usa la condanna, ma si esalta nella sua misericordia concedendoci la salvezza dal male e dai nemici. Loda poi il Signore per il dono ricevuto con il suo bambino e gli anticipa nel contempo la sua missione: «E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza». Ci preannuncia poi così con accenti poetici il Natale: «verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
Disse il padre Silvano: "guai a quel uomo, la cui fama è maggiore della sua opera".
SE A UN FRATELLO VENGONO COMANDATE COSE IMPOSSIBILI Se per caso a un fratello vengono comandate delle cose molto difficili o addirittura impossibili, egli accetti ugualmente l'ordine con tutta docilità e obbedienza. Se poi vede che il peso di quel carico impostogli è veramente al di sopra della sue forze, faccia presente al superiore i motivi della sua impossibilità, con pazienza e a tempo opportuno, senza arroganza o resistenza o opposizione. Ma se, anche dopo questa sua obiezione, il superiore rimane fermo nel comando, sappia il monaco che per lui è bene così e, per amore, confidando nell'aiuto di Dio, obbedisca.