Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
04 - 10 Luglio 2010
Tempo Ordinario XIV, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Martedì 06 luglio 2010

L'idolatria, vizio del cuore umano.

Nel brano del profeta Osea si ripete l'accusa che Dio fa al suo popolo perché si dà all'idolatria alle divinità fabbricate dalle mani dell'uomo che non sanno e non possono salvare. Mi colpiscono però le parole che descrivono una constatazione di fatto: "E poiché hanno seminato vento raccoglieranno tempesta. Il loro grano sarà senza spiga, se germoglia, non darà farina e se ne produce, la divoreranno gli stranieri". Mi sembra di riscontrare la situazione di tanti nostri fedeli che si confessano una volta l'anno o anche di meno e intanto vivono in uno stato di privazione di grazia per cui tutte le loro azioni, anche umanamente buone, sono come grano senza spiga, infruttuose per la salvezza eterna. Non mi sembra fuori posto questo richiamo e rimprovero del profeta. Quando ci si abbandona al peccato senza avvertire il bisogno di chiedere perdono a Dio è come se rendessimo il nostro culto a un dio creato dalle nostre mani o immaginazione. Opportunamente il brano del vangelo ci presenta il muto e per di più indemoniato. La mutolezza è il peccato dell'uomo che non sa parlare a Dio, non sa rivolgere a Lui una preghiera e nemmeno ascoltare la sua voce. Quando non si ha il colloquio con Dio, necessariamente ci si rivolge a chiedere aiuto ad altri esseri che si trovano nella incapacità di aiutarci. Volesse il cielo che ci si rivolga agli inviati dal Signore, agli operai del vangelo! Si avrebbe almeno una parola di verità e un invito a ricorrere all'aiuto del Dio misericordioso che sa guarire senza umiliare. Tre terzi dell'umanità che vive nella ignoranza della salvezza operata dal Signore Gesù ma molti credenti affetti da sordità e mutolezza spirituale fanno dire a Gesù: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe." Invito che impegna tutti i credenti nel Signore a supplicare perché la sua vigna non manchi di validi e generosi operai.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Non giudicate Dio dalla balbuzie dei suoi ministri!

F.Mauriac

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO

Cinti dunque i nostri fianchi con la fede e la pratica delle buone opere, sotto la guida del vangelo, camminiamo nelle sue vie, per meritare di vedere nel suo regno colui che ci ha chiamati (1 Ts 2,12).
Ricordiamoci però che, se vogliamo abitare nella tenda di quel regno, non potremo giungervi se non correndo verso di esso con l'esercizio delle buone opere.

Prol.21-22.