Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
20 - 26 Dicembre 2009
Tempo di Avvento IV, Colore viola
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Mercoledì 23 dicembre 2009

Il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia.

Anche Maria, la Vergine Madre, nel suo cantico aveva lodato il Signore per la sua misericordia. Fanno la stessa cosa i vicini e i parenti di Elisabetta alla notizia che si è compiuto per lei il tempo del parto. Questo è sempre motivo di gioia perché una nuova vita viene in questo mondo, nel caso della nascita di Giovanni, così vuole Elisabetta che si chiami il suo bambino, ci sono motivi speciali per rallegrarsi e benedire il Signore. Quel bambino ha una missione davvero speciale da compiere: sarà il precursore del Cristo, colui che ha il compito di preparargli immediatamente la strada. Lo dovrà additare al mondo come l'Agnello che togli i peccati del mondo. Già la sua nascita prodigiosa viene accolta da molti come un'attesa di fausti eventi futuri. La gente si chiedeva: «Che cosa sarà mai questo bambino?». Lo scopriranno dopo non molti anni quando il Precursore sulle rive del Giordano, inizierà la sua vibrante predicazione. Il lieto evento tra l'altro segnerà la fine del mutismo del padre Zaccaria, il che ha un significato che trascende quello letterale. «Aprire la bocca dei muti» è appunto una dei compiti messianici, è quindi normale che tale azione salvifica inizi dal padre del Battista. Sarà poi Gesù a completare quell'opera quando insegnerà ai suoi apostoli e tramite loro ad ognuno di noi, a chiamare Dio con il nome di Padre.


O Emmanuele, Dio con noi,
attesa dei popoli e loro liberatore:
vieni a salvarci con la tua presenza.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse: "Come la cera si scioglie dinanzi al fuoco così l'anima è svuotata dalle lodi".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FRATELLI MANDATI IN VIAGGIO

E nessuno ardisca riferire ad altri ciò che ha visto o sentito fuori del monastero, perché sarebbe un gran danno per la maggior parte dei fratelli. Chi osasse farlo, sia sottoposto alla disciplina regolare. Così pure sia punito chi si permette di uscire dal recinto del monastero o recarsi in qualche luogo o fare qualsiasi benché minima cosa senza il permesso dell'abate.

Cap.67,5-7.