Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
15 - 21 Novembre 2009
Tempo Ordinario XXXIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Domenica 15 novembre 2009

Verso un approdo finale.

Siamo pellegrini in questo mondo. Aneliamo nella fede e nella speranza ai beni futuri. Crediamo nella risurrezione e siamo convinti di essere stati dotati d'immortalità. La nostra vera patria non è la terra, ma il cielo. Tutto ciò che circonda, ci affascina, ci preoccupa è destinato a finire. «Panta rei», tutto passa, dicevano i filosofi greci. La stessa terra che ci ospita avrà un termine. S. Pietro parla nella sua lettera di cieli nuovi e terra nuova. È in questa prospettiva che dobbiamo leggere la Scrittura di questa domenica. L'anno liturgico volge ormai al termine e questa tappa importante per noi credenti in Cristo ci serve da una parte per riflettere sulla fugacità e sull'importanza del tempo, da vivere come dono di Dio, e dall'altra sul nostro destino eterno. È significativo che in coincidenza degli sconvolgimenti terrestri e astrali ci sia annunciata la seconda venuta del Signore Gesù che radunerà le genti da ogni parte. Ciò ci deve convincere che i progetti e le opere di Dio hanno sempre e soltanto una finalità di salvezza per le sue creature. Egli non vuole spaventarci preannunciandoci catastrofi e sconvolgimenti naturali; vuole piuttosto renderci attenti e vigilanti. Siamo ignari del futuro, ma fiduciosi in Dio che è Padre, in Cristo che ci ha resi perfetti con il suo unico e perfetto sacrificio. Nella nostra chiesa quindi non possono trovare spazio i profeti di sciagure, ma soltanto gli annunciatori della speranza e coloro che credono nell'amore misericordioso di Dio. La nostra religiosità non può e non deve cercare motivazioni da paure e fobie, ma solo dalla fede e dall'amore. Diversamente daremmo credito a coloro che affermano che la religione è l'oppio dei popoli, noi invece affermiamo che è la via della salvezza, il nostro quotidiano specchiarci in Dio per conoscerlo, per conoscerci, per comprendere il valore della vita presente e ancor più quello della vita futura.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Pastor disse: Allontanati da ogni uomo che quando discorre polemizza continuamente.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

SE IL MONACO PUÒ RICEVERE LETTERE O ALTRE COSE

Non sia assolutamente permesso al monaco ricevere, senza il consenso dell'abate, lettere, pii regali o qualunque altro benché piccolo oggetto, sia da parte dei parenti che di qualsiasi altra persona, né di mandarli loro e neppure di scambiarseli tra i fratelli. E anche se dai suoi parenti gli viene inviata qualche cosa, non ardisca accettarla senza averne prima avvisato l'abate. Se l'abate poi darà il permesso di accettarla, abbia piena facoltà di destinarla a chi vuole; e non si rattristi di ciò il fratello a cui la cosa era stata inviata, per non dare occasione al diavolo. Chi oserà agire diversamente, sia sottoposto alla disciplina regolare.

Cap.54,1-5.