Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
23 - 29 Agosto 2009
Tempo Ordinario XXI, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Sabato 29 agosto 2009

Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò.

Il peccato genera il peccato. Una condotta riprovevole ed una vita basata solo sull'appagamento dei propri desideri può portare a conclusioni drammatiche, anche se non sempre volute, completamente. E' quanto è accaduto ad Erode che si trova "costretto" a far uccidere San Giovanni Battista. La scena che ci presenta San Marco e rapida nei suoi tratti ma profonda nelle rappresentazioni psicologiche dei personaggi. Centrale è la debolezza di Erode, presentato come un peccatore sottomesso alle leggi del desiderio e dal potere sfrenato. La sua carica regale è sfruttata per appagare i suoi desideri con feste e banchetti dove regna la lussuria. Si lascia avvincere dal ballo lascivo di una giovane ragazza: Salomè. Imprudentemente Erode si lascia sfuggire un giuramento che risulterà fatale per la presenza di Erodiade che covava nel suo seno desideri di vendetta. La regina consiglierà perfidamente la figlia che le sembra sottomessa. Erode, Salomè ed Erodiade, seppur con connotati psicologici diversi sembrano essere sottomessi; le loro azioni e le loro decisioni non sono libere ma condizionate da altri fattori A queste figure si contrappone nettamente quella di San Giovanni Evangelista nella sua integrità. Egli si trova in carcere ma dimostra una libertà interiore più forte. E' perfettamente consapevole delle conseguenze delle sua azioni e non rinuncia a proclamare la verità, anche se ciò gli costerà la vita. Sono due prospettiva di vita completamente diverse; due ideali che si contrappongono che ci insegnato dove si trovi la vera libertà. Il peccato rende schiavo l'uomo, la verità lo rende libero è l'insegnamento di Gesù che in San Giovanni trova la sua piena attuazione.


Il prezzo della verità.
La figura di Giovanni Battista è intimamente legata a quella di Cristo. Già prima ancora della nascita sussulta di gioia nel grembo di Elisabetta al saluto di Maria. Sarà poi lui ad additare al mondo l'Agnello di Dio. Sarà lui il testimone della Voce dall'alto che lo proclama figlio di Dio mentre lo battezza nelle acque del Giordano. Con grande umiltà accetta e scandisce il suo ruolo che è quello di preparare la via al Cristo che viene. Giovanni sa che egli deve diminuire e scomparire per fare spazio al Messia. Riceverà, a sua volta un grandissimo elogio da parte del Signore: "In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista". La sua grandezza brillerà di luce piena quando la sua testimonianza alla verità assume le caratteristiche dell'eroismo. Con la stessa franchezza con cui ha annunciato Cristo al mondo denuncia l'immoralità di un potente, ben sapendo i rischi a cui si esponeva. L'odio dei potenti, spesso condito con la più sfacciata immoralità, quasi sempre sfocia nella vendetta verso chi osa denunciare i loro misfatti. È ormai perenne purtroppo la convinzione che certe voci scomode debbono tacere. È accaduto al Cristo e dopo di lui ad una schiera innumerevole di testimoni intrepidi e coraggiosi. Il rimprovero, anche il più meritato, o induce alla conversione o alimenta l'odio. Se poi si ha la triste vicenda di incappare in affari di donne e di sesso c'è da attendersi di tutto anche l'assurdo di turpi promesse che possono costare la vita degli altri. È significativo infatti che la testa di Giovanni Battista entri in un intrigo di orge, in un banchetto che è esattamente il contrario di un convivio di amore. La cecità e l'ottusità offuscano la ragione e obnubilano le coscienze è in quello stato l'assurdo diventa ragione e diritto anche a costo della vita di un innocente. Il vero vittorioso comunque è lui, Giovanni, che precede Cristo nel martirio e conduce così la sua intrepida testimonianza fino al martirio, fino al Calvario.

Apoftegmi - Detti dei Padri

«Domanda: Quando cerco di concentrare tutta la mia attenzione sul senso delle parole della salmodia, mi accade spesso di concepire cattivi pensieri. Risposta: Se vedi che il nemico si serve delle parole stesse della salmodia per farti guerra, non devi soffermarti strettamente sul senso delle parole, ma salmodiare con molto impegno senza fantasticare. Anche se infatti ti limiti a dire le parole, i nemici che sanno il loro significato, non possono resisterti. Così la salmodia sarà per te come una supplica a Dio e porterà all'annientamento dei nemici».

Barsanufio

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE L'UFFICIO NOTTURNO NEL PERIODO ESTIVO

Da Pasqua fino al principio di novembre si mantenga tutta la quantità dei salmi indicata sopra; eccetto che, data la brevità delle notti, non si leggano le tre letture dal codice, ma al loro posto se ne dica una a memoria dell'Antico Testamento, seguita da un responsorio breve; però tutto il resto si svolga come prescritto sopra, cioè alle Vigilie notturne non si devono dire mai meno di dodici salmi, oltre il salmo 3 e il salmo 94.

Cap.10,1-3.