Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
26 Aprile - 02 Maggio 2009
Tempo di Pasqua III, Colore bianco
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Martedì 28 aprile 2009

Stefano modello di fede autentica.

Nel battesimo, dove ha operato la Pasqua di Gesù, abbiamo ricevuto una grazia, che deve crescere. Aumenterà il distacco dal peccato, la liberazione interiore, e così potremo ereditare i beni promessi, cioè la vita eterna, alla quale Dio ci ha aperto l'ingresso proprio a partire dal lavacro battesimale che ci ha resi suoi figli. Il mistero di questa verità lo esprime oggi diacono Stefano nella prima lettura. Con la lucidità e la forza, che gli provengono dallo Spirito Santo, egli esprime un giudizio rigoroso e pertinente su quanti hanno messo a morte Gesù. La chiusura del cuore e il tradimento del resto hanno accompagnato tutta la storia del Popolo di Dio. Il santo diacono non teme la reazione dei suoi, con tutte le conseguenze, inclusa la lapidazione e la morte: sostenuto dalla fede e dalla visione di Gesù risorto, rinnova in sé la passione e l'atteggiamento di perdono del Crocifisso ("non sanno quel che fanno). Noi, forti dello Spirito Santo e soprattutto dell'Eucaristia, di cui la manna non fu che un anticipo, un'allusione del vero pane del cielo, possiamo affrontare lo stesso combattimento spirituale. Questi è Gesù, e viene dato dal Padre, come fonte di vita per gli uomini. Il grande prodigio, che la fede sa cogliere e ammirare, è Lui.


Apoftegmi - Detti dei Padri

La buona educazione non consiste nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel mostrare di non accorgersi se un altro lo fa.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUELLI CHE SBAGLIANO IN UNA QUALSIASI ALTRA COSA

Se qualcuno, mentre compie un lavoro qualsiasi - in cucina, nella dispensa, nei vari servizi, nel mulino, nell'orto o nell'esercizio di qualche arte o in qualunque altro luogo - commette fallo, o rompe o perde qualche attrezzo, oppure manca in qualsiasi altra cosa ovunque si trovi, e non si presenta subito davanti all'abate e alla comunità per fare spontaneamente la soddisfazione e manifestare la sua mancanza, quando questa sarà riferita da altri, venga sottoposto a più severo castigo. Se però si tratta di un peccato nascosto nel segreto della coscienza, lo si manifesti soltanto all'abate o ai seniori spirituali, che sappiano curare le piaghe proprie e le altrui, senza svelarle e renderle di pubblico dominio.

Cap.46,1-5.