L'odierna Liturgia della Parola ci suggerisce il tema della conversione, del cambiamento possibile. Siamo ancora in cammino, abbiamo ancora tempo per cambiare: non siamo ancora davanti al Giudice per essere giudicati. Siamo ancora lungo la strada, in viaggio e possiamo metterci d'accordo con il nostro "avversario". Il profeta Ezechiele, nella prima lettura ci rivela chi è il nostro avversario. È il fratello con il quale non siamo d'accordo. La grande tentazione di oggi, così largamente estesa, e che proviene dallo spirito del male, è che è inutile tentare di cambiare, "tanto non è possibile cambiare!". Invece Dio proclama che cambiare è possibile, che lui stesso ci spinge a cambiare. Il grande desiderio di Dio è di vederci cambiati, trasformati, santi. Certo, il cambiamento, cioè la conversione costa... Ma Dio diminuisce le difficoltà. Per questo oggi ci promette che il peccatore non morirà, ma vivrà, se si convertirà. "Va' a riconciliarsi con il tuo fratello", ci dice. Gesù afferma che per fare parte della vera e nuova giustizia è necessario trascendere quella degli scribi e dei farisei. È la condizione senza la quale non è possibile accostarsi all'altare. Cristo esige la conversione perché l'uomo è tempio dell'amore di Dio e dello Spirito Santo. La conversione è un ripartire, un ritorno alla sorgente della Vita. Gesù chiama i peccatori e anche ciascuno di noi, per il suo regno, regno di giustizia e di amore, di pace e di perdono. Domandiamo dunque al Signore il dono della speranza nella buona, completa conversione, nostra e altrui, per poter diventare migliori, con la grazia del Signore.
L'audacia della preghiera. «Una volta Abramo, il discepolo di padre Sisoes, fu tentato dal demonio. L'anziano vide che era caduto, e levatosi in piedi tese le mani al cielo dicendo: "O Dio, sia che tu voglia, sia che tu non voglia, non ti lascerò se non lo guarirai...". E all'istante fu guarito».
COME CELEBRARE LE VIGILIE NELLE FESTE DEI SANTI Nelle feste dei Santi e in tutte le solennità si celebri l'Ufficio come abbiamo indicato per la domenica, 2eccetto
che si dicano i salmi, le antifone e le letture proprie di
quel giorno; ma si mantenga l'ordine stabilito sopra.