Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
24 Febbraio - 01 Marzo 2008
Tempo di Quaresima III, Colore viola
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Giovedì 28 febbraio 2008

La forza della parola.

Prima ancora che il Verbo si umiliasse nella carne per venire ad abitare in mezzo, lo stesso Dio, pur di riprendere un dialogo con noi, è ricorso alla parola per comunicarci le sue verità e convincerci del suo immutato amore. La parola di Dio sin dal principio doveva costituire il documento base e la via del ritorno a Lui, per tutta l'umanità, ma si è calata purtroppo in cuori di pietra e in un uomo dalla dura cervice. Ecco perché poi la Parola, il Verbo, si è fatto carne. Cristo si affida ancora alla parola, affascina i suoi uditori, comanda ai demoni di uscire dall'uomo, richiama alla vita i morti, annuncia le grandi verità di cui l'uomo si è colpevolmente privato. Perfino i più scettici sono costretti dall'evidenza a testimoniare: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!». Altri dopo averlo ascoltato anche una sola volta affermavano: "Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità". Una categoria di persone, gli scribi e i farisei, si opponeva sistematicamente e ostinatamente alle parole di Cristo e arrivava a contestare, con subdoli e meschini raggiri, le azioni del Cristo, anche quando evidentemente venivano poste a favore dei più bisognosi nel corpo e nello spirito. Nel vangelo di oggi c'è una contrapposizione netta tra l'agire di Gesù, che scaccia un demonio muto, per ridare il dono della parola al malcapitato e le parole di alcuni dei testimoni e astanti, che malignano terribilmente sul suo operato: «È in nome di Beelzebùl, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni». "Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo". C'è tanto veleno in queste parole, c'è la pretesa di giudicare il Signore, di stravolgere malignamente il significato delle sue azioni, c'è poi la pretesa di un segno dal cielo e la sfida aperta alla potenza di Dio. Crolla anche la logica più elementare in coloro che hanno la malvagità nel cuore. Egli però, e Gesù in perfetta sintonia con Lui, non danno spettacolo, non accettano sfide, porgono la verità, agiscono solo per amore, ci liberano dal male. Si attendono legittimamente una libera adesione perché si comprenda che: "Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde".


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Domanda: Quando cerco di concentrare tutta la mia attenzione sul senso delle parole della salmodia, mi accade spesso di concepire cattivi pensieri. Risposta: Se vedi che il nemico si serve delle parole stesse della salmodia per farti guerra, non devi soffermarti strettamente sul senso delle parole, ma salmodiare con molto impegno senza fantasticare. Anche se infatti ti limiti a dire le parole, i nemici che sanno il loro significato, non possono resisterti. Così la salmodia sarà per te come una supplica a Dio e porterà all'annientamento dei nemici».

Barsanufio

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE L'UFFICIO NOTTURNO NEL PERIODO ESTIVO

Da Pasqua fino al principio di novembre si mantenga tutta la quantità dei salmi indicata sopra; eccetto che, data la brevità delle notti, non si leggano le tre letture dal codice, ma al loro posto se ne dica una a memoria dell'Antico Testamento, seguita da un responsorio breve; però tutto il resto si svolga come prescritto sopra, cioè alle Vigilie notturne non si devono dire mai meno di dodici salmi, oltre il salmo 3 e il salmo 94.

Cap.10,1-3.